Torino

aerospazio

Leonardo porta a Torino il nuovo super-caccia dell’alleanza a tre

Leonardo porta a Torino il nuovo super-caccia dell’alleanza a tre
Il responsabile chiarisce il ruolo dei siti piemontesi dove lavorano 4.550 persone

L'ascolto è riservato agli abbonati premium

1 minuti di lettura

«Stiamo immaginando su Torino Caselle la componente dove si concentreranno le attività di aeronautica». Con queste parole, pronunciate davanti alla Commissione Affari esteri e difesa del Senato, sopra i cieli di Torino cominciano a delinearsi scie di futuro per il settore dell’aeronautica e dell’aerospazio. A pronunciarle è stato Guglielmo Maviglia, responsabile per Leonardo del progetto Gcap (“Global Combat Air Programme”), l’iniziativa che vede l’Italia impegnata insieme a Regno Unito e Giappone nella realizzazione del nuovo caccia di sesta generazione.

Insomma, il colosso tricolore scommette ancora su Torino, rafforzando ulteriormente quella prospettiva che vede proprio Leonardo – insieme ad altri grandi player – motore della futura Cittadella dell’Aerospazio che sorgerà al confine tra Torino e Collegno.

Data la portata del progetto, non tutto ricadrà sulle spalle degli addetti torinesi: «Ci sono tutta una serie di siti di Leonardo che valorizzeremo», ha specificato il manager. «Poi avremo un sito di riferimento anche per il programma Gcap». Intanto, la città della Mole gonfia il petto e scalda i muscoli, in attesa di conoscere i dettagli di una joint venture che saranno definiti ufficialmente nei prossimi giorni (il 13 dicembre, come annunciato dall’ad, Roberto Cingolani). Il programma Gcap ad oggi impiega circa 9.000 persone per tutte e tre le nazioni coinvolte, di cui circa 3.000 in Italia.

Al momento, la presenza di Leonardo sul territorio piemontese arriva a contare oltre 4.550 addetti, di cui quasi 3.500 a Torino (2.020 a Caselle e 1.410 in corso Francia). Gli altri 1.130 sono operativi a Cameri, in provincia di Novara. E se Caselle avrà un ruolo centrale nel programma Gcap, il merito sarà anche del fatto che già oggi, alle porte di Torino, si produce l’Eurofighter, che rappresenta la piattaforma “ponte” dove saranno sperimentate e sviluppate alcune delle tecnologie proprio in ottica Gcap. Non solo: il capoluogo piemontese è anche la cornice all’interno della quale Leonardo sta sviluppando tecnologie all’avanguardia a livello digitale, per testare e ottimizzare i sistemi in un ambiente completamente virtuale. L’ambiente più avanzato, in quest’ottica, è proprio il PC2Lab (Product Capability and Concept Laboratory) di Torino.

Ma le settimane a venire saranno anche importanti dal punto di vista della “squadra” che porterà avanti il progetto del caccia di sesta generazione: si fanno sempre più insistenti, infatti, le voci che vorrebbero anche l’Arabia Saudita interessata a entrare in Gcap. «Il modello di collaborazione – ha commentato ancora Maviglia durante la sua audizione in Commissione – prevede anche l’ingresso di ulteriori partner che possano portare nuove forme di finanziamento, nuove esigenze e nuovi mercati salvaguardando il ritorno sull’investimento».

E ha aggiunto: «Come industria, siamo predisposti alle collaborazioni, quindi non vediamo nessun problema: abbiamo ottime relazioni industriali con l’Arabia Saudita».

I commenti dei lettori