Ha ricoperto l'incarico di primo cittadino dal 1986 fino al primo gennaio del 1992
Avrebbe compiuto oggi 84 anni. E invece, per una beffa del destino, Paolo Pillitteri è morto proprio nel giorno del suo compleanno. "Ha avuto un'esistenza ricca nel bene e nel male", ha scritto il figlio Stefano sui social, ricordando l'ex sindaco di una Milano che non c'è più. La Milano dei mitici anni '80 e '90, fatti di musica dance, sale giochi, fast food e Mani Pulite. Nato a Sesto Calende il 5 dicembre 1940, figlio di un maresciallo dei carabinieri siciliano, cognato di Bettino Craxi, tra i principali esponenti del Psi, Pillitteri è stato primo cittadino del capoluogo lombardo dal dicembre 1986 fino al primo gennaio del 1992, succedendo al collega di partito Carlo Tognoli. Ma è stato anche deputato nella IX legislatura e nella XI legislatura.
Dopo aver svolto, da giovane, l'attività di giornalista, critico cinematografico e animatore culturale, inizia la carriera politica nell'ambito del Partito Socialista Italiano e poi, a seguito dell'unificazione con il Partito Socialista Democratico Italiano, del Partito Socialista Unificato. Dopo la scissione del 1969 confluisce nel Psdi. Dal 1970 fa parte della giunta di Milano come assessore alla cultura. Durante il suo mandato la città attraversa un momento di grande vivacità artistica e culturale. Indimenticabile quella dedicata al nouveau realisme culminata con le installazioni di Christo in Piazza Duomo. Nel 1965 Pillitteri sposa la sorella di Bettino Craxi, Rosilde, e ne resterà vedovo nel 2017.
Nel 1975 Pillitteri fonda il Movimento Unitario di Iniziativa Socialista che confluisce nel Partito Socialista Italiano. In seguito alla nomina di segretario regionale del Partito Socialista Italiano viene eletto deputato alle elezioni politiche del 1983, permanendo in questa carica per undici anni.
Pillitteri diventa sindaco di Milano il 21 dicembre del 1986 alla guida di una giunta comunale che vede l'alleanza politica con la Democrazia Cristiana, ricalcando la coalizione del pentapartito nazionale. Nel 1987, a seguito di dissidi con il principale alleato, vara un'inedita giunta rosso-verde con il Partito Comunista Italiano e la Federazione dei Verdi. Nelle elezioni comunali del 1990 riporta un significativo successo personale con un Partito Socialista Italiano arrestato, in città, sul 20% dei voti totali.
Dopo essere stato rieletto deputato nelle elezioni politiche del 1992 (le ultime della cosiddetta Prima Repubblica) nei primi di maggio dello stesso anno riceve, unitamente al suo predecessore Carlo Tognoli, un avviso di garanzia per il reato di ricettazione riguardo a 500 milioni di lire, nell'ambito dell'inchiesta Mani pulite. Verrà poi condannato in via definitiva per il reato di ricettazione, con una pena stabilita a 2 anni e 6 mesi dalla corte d'appello nel 1996.
Parallelamente alla lunga carriera politica all'interno dei settori partitici inseriti nel Partito Socialista, ha collaborato con diversi quotidiani socialisti come l'Avanti! ed è stato anche condirettore del quotidiano L'Opinione delle libertà. Prolifico autore di libri e saggi sul cinema e l'attività politica, ha insegnato storia del cinema alla Libera Università di lingue e Comunicazione.
Il figlio Stefano Pillitteri, avvocato penalista, è stato assessore comunale a Milano con la delega alle qualità, ai servizi del cittadino, ai servizi civici e alla semplificazione normativa all'interno della giunta comunale di centrodestra guidata dal sindaco Letizia Moratti. I nipoti Stefania e Bobo hanno ricordato lo zio come un "vero socialista riformista" e un uomo "di ironia intelligente anche nei momenti più bui".
"Addio a Paolo Pillitteri, incarnazione autentica del socialismo riformista, una vita dedicata alla politica, declinata in termini di sacrificio, studio, professionalità, competenza". Così, in una nota, Stefania Craxi, senatrice di Forza Italia, ha definito Pillitteri in una nota "incarnazione autentica del socialismo riformista, una vita dedicata alla politica, declinata in termini di sacrificio, studio, professionalità, competenza". "Sindaco illuminato di una Milano che negli anni Ottanta si aprì al mondo - scrive la senatrice - Paolo Pillitteri si inserì nel solco tracciato da Carlo Tognoli, ancorando al futuro, con la sua visione moderna, una città che chiedeva di essere indirizzata al benessere e alla prosperità. Sempre attento alle ragioni dei deboli, seppe coniugare l’impulso alla libertà di fare, crescere, produrre, con un occhio vigile a chi restava indietro, secondo un modello di governo che teneva insieme il progresso e la solidarietà". "Paolo - si legge in conclusione - era parte della famiglia Craxi, era la presenza costante capace di darti conforto, l’uomo che spronava ad essere coraggiosi anche quando l’aggressione giudiziaria colpiva forte alle sue spalle. Non gli fu risparmiata nemmeno l’ultima cattiveria, e soffrì, alla morte di Bettino, l’ostacolo che gli frapposero dei magistrati senza umanità, impedendogli di volare in Tunisia per l’ultimo saluto a suo cognato. Mi mancherà molto".
Anche da suo fratello Bobo Craxi un messaggio, pubblicato sui social: "Ci ha lasciato anche Paolo Pillitteri. Fu sindaco di Milano, parlamentare della Repubblica Socialista. Scrittore e critico cinematografico. Non difettò mai di ironia intelligente anche nei momenti più bui. Era il giorno del suo compleanno, nei dintorni di Sant’Ambroeus. Ciao Paolo".
Il sindaco di Milano Giuseppe Sala ha spiegato di aver visto Pillitteri poco di recente, "in maniera fugace, se non quando si è risposato nel 2022. Negli ultimi tempi era provato". Dichiarando ai aver già parlato con il figlio Stefano, Sala ha poi dichiarato: "Dobbiamo trovare una formula per concedergli gli onori del caso a Palazzo Marino. Stiamo cercando di capire come fare perché abbiamo la mostra di Natale, abbiamo Palazzo Marino abbastanza denso in questo momento".
Letizia Moratti, europarlamentare e presidente della Consulta nazionale di Forza Italia, ha scritto così sui suoi canali social: "Per Milano e i milanesi è un giorno triste. La morte di Paolo Pillitteri è una grave perdita per la nostra città. Amministratore capace, persona preparata e di grande cultura, politico di razza. Triste ironia del destino saluto un caro amico proprio nel giorno del suo compleanno. Ricordo con piacere e commozione la bella serata del settembre 2023 al Teatro Parenti quando insieme agli altri sindaci della città ricevemmo il premio di Ambasciatori della Grande Milano nel mondo".
Alessandro Sorte, deputato di Forza Italia e segretario regionale della Lombardia, ha espresso "a nome di tutta la comunità di Forza Italia in Lombardia, la vicinanza alla famiglia". "Pillitteri - spiega - è stato un punto di riferimento per Milano, la sua figura rimarrà nella memoria collettiva come simbolo di grande passione per la città". Una nota è stata rilasciata anche da Alessandro Cattaneo, deputato lombardo di Forza Italia e responsabile dei dipartimenti del partito, che ha detto: "Con la sua lunga e significativa carriera politica, Pillitteri ha contribuito a plasmare la Milano che conosciamo oggi, mettendo sempre al centro della sua azione politica il bene della città".