“La depressione colpisce anche i bambini piccoli”: i segnali per riconoscerla secondo la neuropsichiatra
È di qualche giorno fa l'allarme mandato dalla società italiana di pediatria (SIP) sul dilagare di depressione e ansia tra bambini e adolescenti, abbiamo chiesto alla professoressa Antonella Costantino, direttrice della Neuropsichiatria dell'Infanzia e dell'Adolescenza (UONPIA) del Policlinico di Milano di spiegarci quali sono i sintomi della depressione nei bambini a cui i genitori devono stare attenti e da che età si può manifestare questo disturbo della salute mentale nei più piccoli. "La depressione può colpire a tutte le età, neanche bambini e adolescenti ne sono esenti" ha spiegato la professoressa.
I pediatri della SIP hanno parlato di un forte dilagare di depressione e disturbi d’ansia nei bambini, la depressione non colpisce dunque solo gli adulti?
No, la depressione è un disturbo della salute mentale che colpisce tutte le età della vita con caratteristiche differenti, ma i bambini non sono esenti da disturbi depressivi e dall’ansia, semplicemente il disturbo ha delle caratteristiche diverse nei bimbi piccolo.
Quali sono i segnali della depressione nei bambini?
Quando la diagnosi di depressione è per un bambino piccolo, spesso non assistiamo alla tipica tristezza ma piuttosto al mancato investimento nei compiti tipici della sua età come lo studio, il gioco o la relazione con gli altri. Nel bambino di età scolare si possono osservare comportamenti particolari, può improvvisamente manifestare una forte rabbia e irritabilità, oppure avere un umore molto oscillante, non avere voglia di interessarsi, non essere più nemmeno curioso, sentirsi inutile e incompetente. Bisogna stare attenti anche agli improvvisi cambiamenti nelle abitudini del bimbo, come quelle alimentari, un bimbo che improvvisamente mangia molto poco o che manifesta improvvisamente disturbi del sonno o un calo nel rendimento scolastico è un bimbo che potrebbe manifestare un malessere. Spesso i bambini manifestano anche disturbi fisici come mal di testa, mal di stomaco e mal di pancia in assenza di reali motivi. La depressione adolescenziale, invece, ha delle caratteristiche più negative e simili a quella degli adulti come pensiero di inadeguatezza, desiderio di sparire, isolamento sociale, comportamenti autolesionistici e pensieri di morte.
Esiste una predisposizione genetica ed ereditaria alla depressione?
Sì, ma la predisposizione genetica non è una condanna, solo un fattore di rischio. Come per tutti i disturbi del neurosviluppo e di salute mentale ci sono delle componenti miste e multifattoriali che concorrono e che non sono la certezza di incontrare il disturbo. Oltre alla predisposizione genetica, perché si sviluppi la depressione nei bambini ci deve essere un incrocio con fattori ambientali, in fasi particolari dello sviluppo neurobiologico.
Per una depressione che si sviluppa molto presto, si può intervenire con gli psicofarmaci?
Dipende, l’intervento psicofarmacologico nella depressione dei bambini è indicato solo per i quadri molto gravi e non per i piccolissimi. Generalmente si opta per interventi psicoeducativi e psicoterapici che aiutano il bambino a comprendere come si sente, così che capisca che non è colpa sua. Ai genitori viene spiegato poi come possono supportare loro figlio e aiutarlo a sopportare i pensieri invasivi in modo da essere più in contatto con il bimbo e trovare delle strategie per invertire l’andamento.
A chi si deve rivolgere un genitore che coglie la depressione nel suo bambino?
Dal momento che i segnali sono molto aspecifici, il genitore deve osservare il suo bambino e mettersi in ascolto di ciò che gli sta succedendo. Il bimbo può ascoltare e raccontare come si sente, tenendo monitorata la situazione, introducendo strategie educative, se le cose non si modificano con i bambini è bene accorgersi se c’è qualcosa che li preoccupa e cercare di introdurre degli elementi di cambiamento. Se la situazione non migliora se ne può parlare con il pediatra, o con un consultorio o con lo psicologo, se il quadro persiste serve la valutazione di uno specialista che sia un neuropsichiatra infantile, per una diagnosi. La diagnosi poi è di grande sollievo perché solleva genitori e bambini da responsabilità che non sono loro, permette anche di dare ascolto al senso di inutilità e isolamento che il bambino prova e per i quali a volte si colpevolizza.
Un bimbo che è figlio di genitori con diagnosi di depressione potrebbe imitarne gli atteggiamenti?
Come abbiamo detto può esserci una predisposizione genetica ma diventare depressi per imitazione di un genitore con depressione è poco probabile. Può accadere che stando in un ambiente difficile, caratterizzato da fatiche, catastrofi ed elementi che aiutano allo sviluppo di stati di malessere i bimbi li manifestino.
Da che età il bambino potrebbe manifestare la depressione?
In letteratura si parla anche di bambini piccolissimi, seppur non frequente. Una delle depressioni più catastrofiche descritte è quella dei neonati che un tempo improvvisamente perdevano le figure di riferimento e si trovavano a vivere in ambienti che non compensavano affettivamente la loro perdita. Ho in mente dei quadri che ritraggono bambini che rifiutano il latte per questo.
Come si racconta la diagnosi di depressione al bambino?
Come si spiegherebbe un qualsiasi altro disturbo complesso, con parole semplici e senza lunghe spiegazioni che possono solo disorientarlo. È importante instaurare un dialogo, dare al bimbo degli strumenti perché lui faccia delle domande che gli servono per capire meglio la sua condizione. Basta dare un nome alle cose e fare in modo che un pezzetto per volta i bimbi le capiscano meglio.