Chi è suor Anna Donelli, arrestata a Brescia nell’operazione contro la ‘ndrangheta: “Era a servizio del clan”
Tra le 25 persone arrestate nella mattinata di oggi, giovedì 5 dicembre, su disposizione della Direzione distrettuale antimafia della Procura di Brescia, c'è anche suor Anna Donelli. La religiosa, che da anni presta servizio come volontaria nel carcere di San Vittore a Milano e a Brescia, secondo gli investigatori si sarebbe messa a disposizione in modo continuativo "per veicolare messaggi tra gli appartenenti all'organizzazione criminale e i soggetti detenuti in carcere partecipi o comunque contigui al sodalizio" dei Tripodi: la famiglia che sarebbe riuscita a riprodurre una "locale" ‘ndranghetista nel Bresciano.
Il rapporto tra suor Anna Donelli e la famiglia Tripodi
Stando a quanto ricostruito dalle indagini, suor Anna Donelli si era messa a disposizione in particolare di Stefano Terzo e Francesco Tripodi. Sfruttando la sua attività di assistente spirituale, la religiosa sarebbe riuscita a trasmettere comunicazioni tra i vertici dell'organizzazione criminale e vari detenuti legati al sodalizio, compresi ordini e direttive. Da dentro il carcere, invece, ancora attraverso suor Anna Donelli, sarebbero uscite informazioni che si sarebbero poi rivelate utili alla pianificazione di strategie criminali.
Dalle varie intercettazioni eseguite dagli investigatori, è emerso come lo stesso Stefano Tripodi facesse spesso riferimenti a una "monaca" che si trovava all'interno delle carceri di Milano e di Brescia con la quale aveva "un patto". I due, infatti, si sarebbero incontrati più volte, al punto che Tripodi parlava di una "ampia collaborazione" e la stessa suora sarebbe stata identificata come "l'amica di Stefano". Per gli inquirenti, Donelli era consapevole del potere della famiglia Tripodi. A Stefano, la religiosa avrebbe raccontato di una nipote che avrebbe avuto un incidente, aggiungendo che l'avrebbe tranquillizzata assicurandole che a quella vicenda ci avrebbe pensato lei "tramite i suoi amici".
"Grano e zizzania"
Poco più di un anno fa, sul sito Voci dal ponte, la stessa Donelli aveva raccontato stralci della sua vita, dall'infanzia "non bella" alla morte della sorella gemella a 34 anni, nel 2001. La vocazione era arrivata a 21 anni e dal 2010 aveva iniziato a frequentare carceri e periferie a Pavia, Roma e Milano.
"Una palestra di umanità", raccontava la religiosa, "ha trasformato il mio sguardo, che ha iniziato a vedere prima di tutto e sopra tutto la persona, l’uomo che mi sta davanti sia nell’autore del reato, sia in chi lo subisce; anche perché queste due dimensioni sono presenti anche dentro di me: grano e zizzania".