Crisi in Siria, Tajani: “Pronti a evacuare i 300 italiani che vivono lì, rischio è collasso migratorio”
AGGIORNAMENTO: Il ministro degli Esteri Antonio Tajani ha detto che in questo momento il governo è in contatto con gli italiani che si trovano in Siria, dove i ribelli anti-Assad, guidati dagli islamisti, continuano ad avanzare da Nord e da Sud verso Damasco. I ribelli siriani sarebbero già alle porte di Damasco. Hassan Abdul-Ghani, un comandante insorto, ha scritto su Telegram che le forze di opposizione hanno iniziato ad accerchiare Damasco nella "fase finale" della loro offensiva. Ha affermato, inoltre, che i combattenti si stavano dirigendo dalla Siria meridionale verso Damasco.
L'esercito siriano ha lasciato alcune posizioni che teneva ad una decina di chilometri dalla capitale, ha fatto sapere Rami Abdel Rahman, direttore dell'Osservatorio siriano per i diritti umani, secondo cui "le forze del regime si sono ritirate dalle città a Sud-Ovest di Damasco, una decina di chilometri dalla capitale, che sono state prese" dagli insorti.
Le forze anti-regime, avevano già annunciato di aver preso il controllo della città di Sanmin nelle campagne di Daraa, a circa 20 chilometri a Sud della capitale Damasco. E avanzano anche a te Est di Homs, prendendo la località chiave di Qaryatayn, 160 km a nord-est della capitale, lungo la strada che collega Homs con la Badiya, la zona stepposa dove sorge Palmira al centro della Siria. Hezbollah ha inviato circa 2mila uomini proprio nella zona di Homs, vicino al confine col Libano, per resistere all'offensiva.
Secondo le notizie diffuse dai media arabi, le forze governative siriane hanno iniziato a ritirarsi dalla base aerea T-4 nei pressi dell'antica città di Palmira. Il T-4, noto anche come Tiyas, è uno dei due aeroporti principali (l'altro è l'aeroporto internazionale di Damasco) in cui spesso atterrano le compagnie aeree cargo iraniane che trasportano armi destinate a Hezbollah in Libano. Secondo l'intelligence israeliana, le armi vengono tenute nei magazzini della zona prima di essere trasportate in Libano. Negli ultimi anni la base aerea T-4 è stata più volte attaccata da Israele.
Si è svolta a Doha la riunione fra i ministri degli Esteri di Iran, Russia e Turchia sulla crisi in Siria, a margine del Forum di Doha in programma stasera nella capitale del Qatar. "È inammissibile consentire a un gruppo terroristico di prendere il controllo del territorio in violazione degli accordi esistenti, a partire dalla risoluzione del Consiglio di sicurezza dell'Onu che ha ribadito la sovranità, l'integrità territoriale e l'unità della Repubblica Araba di Siria", ha detto il ministro degli Esteri russo, Serghiei Lavrov, da Doha. Lavrov ha aggiunto che la Russia "continua a fornire assistenza militare" a Damasco.
Il ministro degli Esteri Tajani ha tenuto alla Farnesina una riunione d'emergenza sulla Siria. "Aspettiamo riunione Doha per passi avanti verso soluzione politica, la nostra prima preoccupazione è la tutela degli italiani nel Paese, che sono tutti in contatto con la nostra ambasciata", ha detto il vicepremier sottolineando che sono circa 300 gli italiani che vivono in Siria. "Alcuni sono riusciti a lasciare il paese. La "situazione è assolutamente sotto controllo", ha detto ancora il leader di Forza Italia dall'Unità di crisi della Farnesina, sottolineando allo stesso tempo che "la situazione è di grande incertezza".
"Il rischio che tutti paventano è quello di una crisi umanitaria, un collasso migratorio che provocherebbe problemi nei Paesi vicini, ma non solo", ha aggiunto. "Anche da questo punto di vista bisogna scongiurare un'altra crisi umanitaria e migratoria", ha aggiunto.
"Siamo pronti a fare tutto ciò che è necessario con iniziative nazionali e delle Nazioni Unite: tutti gli italiani sanno che l'ambasciata è pronta a organizzare l'evacuazione di tutti i nostri concittadini", ha sottolineato il vicepresidente del Consiglio "Abbiamo delle richieste e faremo in modo che tutti coloro che vogliono lasciare la Siria lo possano fare nella massima sicurezza. Essendoci una situazione molto complicata e con combattimenti in corso dobbiamo garantire la sicurezza delle persone".
L'appello dell'Onu per la de-escalation
L'inviato speciale delle Nazioni Unite in Siria, Geir Pedersen, ha invitato alla calma nel paes:. "Ribadisco il mio appello alla de-escalation, alla calma, a evitare spargimenti di sangue e alla protezione dei civili in linea con il diritto umanitario internazionale", ha affermato Pedersen al Forum di Doha per il dialogo politico, sollecitando "l'avvio di un processo che porti alla realizzazione delle legittime aspirazioni del popolo siriano".