Francia, perché il governo di Barnier è caduto e cosa succede ora
È caos in Francia dopo la caduta del governo di Michel Barnier, durato appena tre mesi. Il premier è stato sfiduciato con una mozione presentata dalla sinistra del Nuovo Fronte Popolare ma sottoscritta anche dall'estrema destra di Marine Le Pen, che è passata con 331 voti, ben al di sopra della maggioranza assoluta, fissata a 289. Ma perché il governo è caduto e cosa succede ora?
Quello di Barnier è il terzo governo in Francia nel 2024, dopo quello di Elizabeth Borne, dimessasi a gennaio, e quello di Gabriel Attal, rimasto in carica fino al 5 settembre. È la seconda volta nella Quinta repubblica che un esecutivo viene sfiduciato con una mozione di censura.
Le dimissioni di Barnier sono attese in mattinata, mentre il presidente Emmanuel Macron parlerà alla nazione alle 20 e chiarirà come intende procedere.
Cosa è successo in Francia e perché il governo di Barnier è caduto
Dopo le elezioni europee, Macron aveva portato il Paese al voto anticipato che aveva visto arrivare prima la sinistra, riunita nel NFP di Jean-Luc Mélenchon, seguita dalla coalizione centrista di Ensemble e dal Rassemblement National di Bardella e Le Pen. Nessuno dei tre però, aveva ottenuto la maggioranza assoluta per poter governare da solo.
Dopo settimane di consultazioni, Macron aveva deciso di affidare il governo a Michel Barnier, repubblicano di centrodestra, escludendo di fatto la sinistra dalla maggioranza. Il nuovo esecutivo infatti, aveva ottenuto l'appoggio esterno di Le Pen, necessario per avere i numeri in Parlamento.
I voti del Rn si sono rivelati decisivi anche nelle ultime ore, quando il partito ha deciso di fare asse con la gauche, contribuendo così alla caduta di Barnier. Estrema destra ed estrema sinistra hanno votato assieme, unite contro la legge di bilancio, giudicata particolarmente dura e "ingiusta" a causa degli aumenti delle tasse e dei tagli alla spesa pubblica previsti per il 2025.
Nei voti della sinistra di Nfp sono confluiti anche quelli dei socialisti, da cui Macron attendeva un salvataggio in extremis, che però non è arrivato, decretando la disfatta di Barnier. Era dal 1962 che un governo francese non cadeva sotto la censure dell'Assemblea nazionale.
Cosa succede ora dopo la crisi di governo in Francia: i possibili scenari
Ora la palla passa nuovamente a Macron, che nelle prossime ore chiarirà le sue mosse. Ma al momento, il presidente francese non sembra intenzionato a dimettersi, nonostante i pressing di Le Pen e Mélenchon.
Gli scenari che si aprono sono diversi. Macron potrebbe decidere di riproporre lo schema già visto con Barnier (cioè quello di un governo di minoranza) e nominare nelle successive ventiquattro ore un premier di centrodestra, contando sull'ok di Le Pen dall'esterno.
Oppure potrebbe decidere di prendersi del tempo per cercare una maggioranza più larga, trovano magari un accordo con i socialisti. Finora questi ultimi però, si sono schierati con la sinistra dell'Nfp e per questo non è detto che siano disposti a seguire i centristi di Macron.
Quel che è certo è che Macron non potrà indire nuove elezioni, almeno fino a luglio 2025. La Costituzione francese infatti, prevede che l'Assemblea nazionale non possa essere sciolta per un anno dall'ultimo scioglimento, avvenuto appunto dopo le europee di giugno.
La legge di bilancio però, necessita di un esecutivo per essere approvata entro la fine dell'anno e per questo, secondo alcuni, l'ultima spiaggia per il capo dell'Eliseo potrebbe essere quella di un governo tecnico, destinato a rimanere in piedi fino al prossimo voto.