Naufragio 7 novembre, ambasciatore tunisino smentisce la versione dello speronamento: “Notizie infondate”
Lo scorso 7 novembre, secondo il racconto di alcuni migranti che Fanpage.it ha riportato in questo articolo del 19 novembre, la Guardia costiera tunisina, a pochi chilometri da Sfax, avrebbe speronato un barchino con ottanta persone a bordo – una ventina di donne, di cui tredici incinte, bambini, ragazzi e uomini adulti – e ne avrebbe causato l'affondamento.
Secondo la versione dei fatti fornita da Mohammed, rifugiato sudanese a Sfax, cugino di Musa, una delle vittime del naufragio, una motovedetta della Guardia Costiera tunisina avrebbe intercettato il barchino, e lo avrebbe poi fatto ribaltare, provocando la morte di 53 persone: i migranti sarebbero affogati, senza che la Guardia costiera facesse nulla per salvarli. I pochi migranti sopravvissuti, una ventina, sarebbero stati poi recuperati da un pescatore tunisino. Quest'ultimo sarebbe stato poi costretto a consegnare i migranti alla Guardia Costiera tunisina, che li avrebbe riportati indietro a Sfax.
L'ambasciatore tunisino in Italia, Mourad Bourehla, però ha smentito totalmente questa ricostruzione dei fatti, con una lettera datata 29 novembre:
L'Ambasciata della Repubblica tunisina a Roma smentisce categoricamente tali accuse e invita i media a trattare queste informazioni con il massimo rispetto dell'etica e della deontologia che guidano il lavoro mediatico.
È importante sottolineare che il ministero dell'Interno della Repubblica tunisina ha ufficialmente smentito queste informazioni tramite il portavoce della Guardia Nazionale tunisina, il quale ha affermato che i dati riportati dalla stampa italiana sono errati, poiché non è stata registrata alcuna collisione tra una motovedetta della Guardia costiera e una barca di migranti nella notte tra il 7 e l'8 novembre 2024. Ha inoltre precisato che la Guardia Costiera tunisina riceve regolarmente chiamate di soccorso da barche di migranti e interviene per salvarli dal naufragio.
Al fine di evitare la diffusione di tali informazioni cosi infondate sul nostro Paese, la Tunisia, l'Ambasciata invita i vari media a verificare in anticipo tutti i dati presso le fonti ufficiali autorizzate. Per quanto riguarda i flussi migratori irregolari, l'Ambasciata tiene a sottolineare che la Tunisia è stata il primo paese a mettere in guardia i suoi partner nella regione che questo fenomeno rappresenta una minaccia per tuti i paesi di origine, transito e destinazione e che trattando le sue radici profonde si potrà porre fine e salvare la vita degli esseri umani.