Paola Cortellesi: “Ho fatto C’è ancora domani per parlare di violenza sulle donne, puntiamo sull’educazione affettiva”
Dopo l'uscita nelle sale ad ottobre 2023, il film d'esordio alla regia di Paola Cortellesi, C'è ancora domani, continua a mietere successi. A distanza di più di un anno dall'arrivo nelle sale e i vari riconoscimenti ricevuti in questi mesi, il film è stato premiato nuovamente con il Biglietto d'Oro, è la prima volta che accade nella storia della premiazione. Per l'occasione la regista ha parlato delle tematiche portate avanti dal suo film e ha sottolineato come lottare per i propri diritti sia necessario, soprattutto per le donne che spesso li vedono negati: "Il lavoro devono continuarlo loro, le ragazze e i ragazzi insieme. Un cammino comune per difendere i loro diritti, anche quelli che hanno già, perché i diritti non sono mai eterni".
L'importanza delle istituzioni e dell'educazione affettiva
Intervistata da La Stampa, Cortellesi ha ribadito come davanti ai numerosi casi di femminicidio che continuano a consumarsi nel nostro Paese, sia doveroso intervenire, ribadendo il motivo che l'ha portata a dirigere C'è ancora domani:
Il fatto è che non possiamo più fare finta di niente. Il motivo per cui ho fatto questo film è parlare di questo argomento, dire chiaramente: abbiamo un problema. I giornalisti italiani fanno un grande lavoro, dando conto delle vittime di femminicidio. Ma non basta.
L'attrice, che da tempo si occupa di violenza del genere attraverso la fondazione Una, Nessuna, Centomila, ha sottolineato l'importanza dell'educazione affettiva, soprattutto nelle scuole affinché sin dalle età più giovani, ragazzi e ragazze, possano capire quale sia il modo giusto di affrontare certi temi:
Con la fondazione Una Nessuna Centomila di cui faccio parte continuiamo a ripetere che è necessario che ci sia un controllo, che si spingano le donne a denunciare, ma anche che si dia loro protezione immediata, e che le pene siano sempre più aspre per chi commette crimini del genere. Siamo uno dei pochi paesi che non ha l’educazione affettiva nelle scuole, si potrebbe parlare di educazione sentimentale, educazione al rispetto e poi educazione sessuale quando i ragazzi sono più grandi e pronti ad affrontare l’argomento.
La condivisione con il pubblico
A distanza di un anno le presenze in sala per C'è ancora domani, superano ancora il milione e anche all'estero è stato uno dei titoli più visti, senza dubbio quello italiano e in merito alla possibilità di portare il suo film in varie parti del mondo, Cortellesi ha evidenziato:
Mi hanno molto emozionato, siamo forti di un’ondata di persone che hanno amato questo film. La nostra lotta continua, non si ferma, e riguarda tutte le forme di violenza, non solo quella fisica. Portando il film in giro per il mondo ho avuto modo di confrontarmi con platee di culture diverse, e ovunque ho riscontrato un sentimento di forte immedesimazione in questa storia e nelle varie forme di prevaricazione contro le donne che il film racconta, perché non parla solo di percosse.
Tanti i commenti ricevuti, le lettere, i messaggi di quelle donne che si sono immedesimate o la regista ricorda con particolare trasporto le parole di una di loro che l'hanno resa fiera di aver scritto e diretto il suo primo film:
È stato un grande successo e mi sento profondamente grata, davvero, è stato magnifico. Tutto il giro che ho fatto quest’anno nel mondo è stato anche per onorare il grandissimo lavoro fatto da tutte le persone che hanno lavorato al film, nessuna esclusa. L’affetto del pubblico mi ha abbracciato, ho ricevuto e letto con attenzione tantissimi commenti, lettere e messaggi sui social, ma quello che mi resta è racchiuso nelle parole di una ragazza che mi ha scritto: “Si esce dal film con la voglia di fare la rivoluzione ed essere libere”. Questo per me è il più grande regalo che il film mi ha fatto.