

"Non rimanete in silenzio. Continuate a parlare di Cecilia". L'appello è di quelli fatti a ragion veduta. Viene da Nazanin Zaghari-Ratcliffe, insegnante anglo-iraniana, tenuta ostaggio dal regime degli ayatollah per sei lunghissimi anni nel carcere di Evin, lo stesso in cui è rinchiusa Cecilia Sala, merce di scambio per un vecchio debito di 400 milioni che Teheran pretendeva da Londra.
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