Via libera definitivo al decreto fiscale su cui il governo aveva posto la fiducia e approvato alla Camera. Il decreto ha già ottenuto il voto favorevole del Senato ed era stato varato dal governo alla metà di ottobre. Il testo include una serie di misure che vanno dai fondi per il programma RFI a quelli per il servizio civile universale, dal rifinanziamento di Ape sociale 2024 a risorse per 4 milioni in favore di Roma Capitale per il Giubileo.

Durante la discussione in Senato si è arricchito di molte misure diventando di fatto un decreto omnibus. Tra le più importanti ci sono: il rinvio a gennaio della seconda rata di acconto delle imposte dirette per le partite Iva sotto i 170mila euro, con possibile rateizzazione, C’è poi l’innalzamento della dote per i partiti derivante dal 2xmille che viene rivista al rialzo con un tetto che arriva a sfiorare i 30 milioni.

Novità anche sul fronte del discusso payback farmaceutico. Si prevede, infatti, che nella definizione delle quote spettanti alle Regioni da parte delle aziende l’Aifa tenga conto non più solo del principio del numero degli abitanti ma anche della quantità di sforamento. Arrivano 20 milioni in più per gli straordinari delle forze armate e stanziamenti per 343 milioni per Autostrade dello Stato. Poi altri fondi per combattere l’emergenza del granchio blu e per la digitalizzazione della p.a. Via libera anche a una misura che consente agli enti locali continuare a usare per tutto il prossimo anno le risorse erogate per il coronavirus nel 2020 e 2021 per abbattere le liste d’attesa. Nel provvedimento è confluito anche il decreto con il concordato bis, riaperto fino al 12 dicembre, e l’allargamento della platea del bonus Natale.

“Una lettura blindata alla Camera per un testo nel quale non ci sono misure per l’occupazione giovanile, la stabilizzazione del personale degli enti locali, misure per il terzo settore e per la crisi abitativa, però c’è la proroga agli evasori. Perché questo decreto é la resa dello Stato alla evasione”, ha detto il vice capogruppo di Avs alla Camera Marco Grimaldi durante la dichiarazione di voto.

La Lega intanto, nonostante la chiusura arrivata pochi giorni fa dal viceministro dell’Economia Maurizio Leo, non rinuncia a riproporre una nuova rottamazione. E recupera in una proposta di legge l’emendamento alla manovra finito tra gli inammissibili. “Abbiamo avuto un’interlocuzione col governo, per adesso il Mef vuole attendere l’esito del concordato. A gennaio, quando avremo i dati, noi vogliamo rilanciare il tema”, spiega il capogruppo alla Camera, Riccardo Molinari. La proposta, che “supera le criticità delle passate rottamazioni”, prevede 12 rate annuali spalmate su 10 anni, quindi 120 rate tutte uguali dove si paga solo il capitale senza gli interessi e le sanzioni.

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