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“Un tavolo da 12 non si è presentato, ci siamo sentiti presi in giro. È buona norma chiamare per disdire”: lo sfogo social del proprietario di una osteria

La famiglia ha perso un incasso importante in un giorno cruciale, la domenica

di F. Q.
“Un tavolo da 12 non si è presentato, ci siamo sentiti presi in giro. È buona norma chiamare per disdire”: lo sfogo social del proprietario di una osteria

Fare una gita fuori porta con amici e parenti e godersi un bel pranzo rustico per mangiare specialità locali. Molti italiani gradiscono staccare dalla routine quotidiana della metropoli per tornare a godere dell’atmosfera calda e accogliente della provincia. Nei piccoli paesi ci sono tante realtà locali a gestione familiare e anche il più piccolo dettaglio della più piccola realtà lavorativa comporta sacrificio umano ed economico. Succede così anche nelle trattorie e nei ristoranti locali.

Ha destato interesse sui social il post su Facebook del proprietario di una piccola osteria Al Rustico di Prodolone di San Vito al Tagliamento (Pordenone). Domenica scorsa la famiglia Masarin che gestisce il locale ha ricevuto una prenotazione di ben dodici persone. Era tutto pronto per accogliere i nuovi clienti, ma nessuno si è presentato all’appello.

“Visto che in tanti ci dite che al Rustico ci si sente in Famiglia, – si legge nel post su Facebook del locale – ci permettiamo una piccola lezione di educazione; se riservate un tavolo e poi per qualsiasi motivo non potete più venire, è buona norma chiamare per disdire la prenotazione! Considerato che, proprio oggi, abbiamo dovuto dire ‘no’ a più richieste, ma poi un tavolo da 12 non si è presentato, ci siamo sentiti presi in giro. Chiediamo un minimo di rispetto per il nostro lavoro avvertendo in caso di disdetta”.

Tanti i commenti di supporto: “Purtroppo anche nella ristorazione come in altri settori saranno costretti a richiedere una caparra per la prenotazione. Il cliente non ha sempre ragione!” e “Ciao ragazzi succede anche nel mio lavoro i teste di c… esistono e stanno peggiorando sempre più. Spero li abbiate chiamati”.

C’è anche chi fa un ragionamento educato e con un altro punto di vista: “Una sana abitudine di tenere dei tavoli non prenotabili per chi ha osato pensare di andare in un locale perché sta passeggiando in gita o perché quella sera non aveva voglia di cucinare andrebbe secondo me sempre tenuto. Vedere anche tavolini del bar con mille foglietti con i svariati orari mi fa veramente ridere. Pochi anni fa non c’era tutta frenesia della prenotazione e forse si poteva vivere un po’ di più alla giornata”.

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