Gli ultrasuoni riducono il dolore associato a tumore osseo

Studio dimostra l'efficacia del trattamento già in uso per i fibromi uterini

Come ridurre il dolore associato all'insorgenza di metastasi ossee? Secondo una ricerca pubblicata sul Journal of the National Cancer Institute, la risposta può essere affidata agli ultrasuoni, più precisamente alla tecnica MRgFUS, acronimo che sta per MR guided Focused UltraSound, ovvero ultrasuoni focalizzati guidati mediante risonanza magnetica.
Si tratta di una tecnica già in uso per il trattamento dei fibromi uterini che si basa sulla combinazione di ultrasuoni ad alta energia e tomografia a risonanza magnetica nucleare o imaging a risonanza magnetica.
Per alleviare il dolore provocato dalle metastasi ossee che compaiono in seguito all'insorgenza di diversi tipi di tumore, al momento si utilizza la radioterapia che, anche se efficace, è controindicata per molti pazienti e non può essere ripetuta più volte.
I ricercatori della Thomas Jefferson University, che hanno condotto uno studio di fase III per verificare l'efficacia della tecnica, spiegano: «c'è una grande necessità di avere ulteriori opzioni di trattamento da offrire ai malati. E gli esiti della nostra sperimentazione indicano che la MRgFUS è un'opzione efficace e sicura, non invasiva, che può quindi essere somministrata per lenire la sofferenza di moltissimi pazienti».
La terapia è stata testata su un campione di 112 pazienti mentre altri 35 volontari hanno ricevuto un placebo. Nel 64 per cento dei casi, i pazienti trattati con MRgFUS hanno beneficiato di una significativa riduzione del dolore o di una sua eliminazione totale a tre mesi dalla cura. La terapia, inoltre, non mostra effetti collaterali ed è ben tollerata.
Come detto, gli ultrasuoni vengono già utilizzati per la cura dei fibromi uterini. Il fascio di onde aumenta la temperatura del tessuto da trattare sopra i 60 gradi centigradi, provocando l'ablazione focalizzata del fibroma senza intaccare i tessuti circostanti. In tal modo, il fibroma si atrofizza e non produce più sintomi.
In caso di tumore osseo, in realtà, gli ultrasuoni vengono utilizzati anche con l'intento di curare la lesione oltre che per diminuire il dolore. Lo fanno nello specifico presso l'Istituto Ortopedico Rizzoli di Bologna, dove la Focus ultrasound surgery (Fus) o Chirurgia con ultrasuoni focalizzati viene utilizzata per trattare tumori primitivi dello scheletro o metastasi ossee legate a neoplasie di altra origine.
La nuova tecnologia, costata 250 mila euro e disponibile in Italia soltanto in poche strutture, viene usata per la prima volta anche contro i tumori localizzati su tessuti solidi come l'osso. Finora, infatti, gli ultrasuoni venivano usati solo su tessuti molli, in particolare per curare i tumori dell'utero, i fibromi della mammella e i tumori della prostata.
Come spiega il direttore scientifico dell'istituto, Francesco Manzoli, la Fus concentra un fascio di raggi sul punto interessato. Si tratta di un intervento “chirurgico” ma allo stesso tempo non invasivo, in quanto viene mantenuta la continuità anatomica dei tessuti.
L'energia trasmessa dagli ultrasuoni per la durata di alcune decine di secondi determina una necrosi irreversibile del tessuto neoplastico senza che risultino danni ai tessuti circostanti.

Andrea Piccoli


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