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Giudiziaria 

Morbella, lo scontro iniziato con ricorso al giudice civile per motivi finanziari

La degenerazione dei rapporti tra il presidente e i consorziati contenuta nel procedimento sulla gestione del complesso

Morbella, lo scontro iniziato con ricorso al giudice civile per motivi finanziari

La vicenda della richiesta di rinvio a giudizio per Salvatore Centola in relazione ai rapporti intrattenuti con i consorziati e che per tre di loro si ritene abbiano integrato i reati di estorsione e truffa, rimette, di nuovo, al centro dell’attenzione quella che è stata la prima realtà con grandi superfici di vendita a Latina. Ma che negli ultimi anni ha vissuto momenti di vero declino non tanto legati alla crisi (pure diffusa) dei centri commerciali per come furono pensati 40 anni fa, bensì proprio per la gestione del Consorzio tra gli operatori. Il procedimento penale che arriverà davanti al gup nell’aprile del 2025 è, in realtà, partita molto prima, nel 2022 e ha avuto già un altro step in sede civile.

Era gennaio 2023 quando il giudice Pier Luigi De Cinti accolse la richiesta proposta da alcuni consorziati del Centro Morbella finalizzata ad ottenere l’annullamento della delibera assembleare del 30 novembre 2021 con la quale veniva fissato il preventivo di spesa per l’esercizio dell’anno 2022. Un preventivo che si aggirava intorno agli 800 mila euro, somma che comprendeva spese consortili, ma anche e soprattutto spese condominiali.

Il giudice annullò quella delibera, riconoscendo le ragioni dei ricorrenti, e prospettando la necessità di distinguere tra condominio e consorzio, una confusione di ruoli e competenze che si trascinava da anni all’interno del Centro Morbella. negli atti del procedimento civile veniva sottolineato (dai commercianti ricorrenti) la circostanza che vedeva Salvatore Centola nella duplice veste di Presidente del Consorzio degli operatori e di Amministratore del condominio.

In quel contesto, sempre Centola aveva convocato all’assemblea i consorziati (proprietari dei locali e operatori esercenti le attività all’interno del centro) e anche i condomini (i soli proprietari dei locali), creando così anche una duplicità di voti che andava ad aggiungersi alla confusione delle spese di carattere consortile rispetto a quelle di natura condominiale. Questa modalità fu censurata dal Tribunale civile e rappresentò di fatto l’inizio della fine nei rapporti interni, degenerati al punto che nell’indagine penale conclusa con la richiesta di rinvio a giudizio del pm Valentina Giammaria, si fa riferimento persino ad uno schiaffo ricevuto in faccia da uno dei consorziati da parte di Centola. Ci furono dunque delle eccezioni sull’amministrazione economica del consorzio alla base dello scontro che, non solo non è mai finito, ma adesso si ritiene sia avvenuto con metodi che integrano reati gravi. Tutto questo ha probabilmente cambiato per sempre il volto ufficiale e l’allure del primo centro commerciale della città.

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