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L’OCCIDENTE E IL NEMICO PERMANENTE

Manlio Lo Presti (*)

La letteratura sulla guerra fredda eterna fra l’Occidente trainato dall’anglosfera contro la Russia è diventata sempre più articolata con l’estensione della deterrenza anche contro la Cina. Abbiamo numerosissime pubblicazioni atlantiste prodotte dalla macchina del consenso gestita dai centri e dalle università filoamericane ed europee. Questa pubblicistica enfatizza e criminalizza gli avversari del predomino atlantista applicando massicciamente il criterio della “doppia verità” e della “post-verità”, metodo peraltro ampiamente adottato dal sistema informativo mondiale, contro coloro che hanno una visione differente sui temi della politica e dell’economia mondiale, sulla destinazione delle risorse, sul controllo e l’indirizzamento dei flussi finanziari.

Nonostante la pressione della censura internazionale nella stampa, nelle catene televisive, sui canali di rete, si fa largo la pubblicazione sempre più vasta di testi dissidenti o comunque non in linea con i dettami filoamericani. Si tratta di pubblicazioni accurate e documentate. In questo filone si colloca a buon diritto il libro della ambasciatrice. Ha elaborato una narrazione degli eventi senza vincoli ideologici e ponendo in evidenza gli interessi economici che spingono alla conquista e al saccheggio delle materie prime, in particolare dell’Iran e della Russia. Il saccheggio è metodicamente giustificato invocando motivi di “sicurezza nazionale”, di “attentato alla democrazia” e simili.

La Russia costituisce un bersaglio secolare sia perché storicamente costituiva un ostacolo ai commerci inglesi sia perché – motivo principale – detiene risorse illimitate praticamente intatte.  Ma il bersaglio più possibile sembra essere l’Iran, salvo reazioni militari della Russia.

Il testo è articolato in quattro parti: Ucraina, il conflitto israelo-palestinese, spazio politico mediatico, il mondo multipolare.

Nel primo capitolo si dimostra che il conflitto in est Europa pone fine alla globalizzazione aprendo scenari geopolitici dove sono emersi soggetti globali con interessi diversi o perfino divergenti da quelli della anglosfera. L’Europa guidata dallo strapotere germanico ha tentato di evitare il coinvolgimento dell’Europa allo scopo di tutelare i propri interessi energetici con la Russia. Con il sabotaggio del canale di fornitura del gas l’anglosfera tenta di provocare una crisi in Russia che reagisce trovandosi altri clienti e nei fatti, causa il progressivo collasso della struttura produttiva tedesca e poi dell’intera Unione. Anche il conflitto ucraino è una ulteriore guerra per procura americana condotta tenacemente “fino all’ultimo europeo”.

Il secondo capitolo ci racconta le dinamiche che hanno originato il conflitto israelo-palestinese. Il capitolo costruisce una efficace e documentata visione storica dello sviluppo delle vicende conflittuali ancora persistenti nella regione. A pagina 114 l’Autrice correttamente, pone in evidenza il titanico appoggio finanziario e politico della potentissima lobby americana costituita da un gran numero di correnti e di interessi che hanno in comune l’esclusione assoluta dei due Stati e la preponderanza del sionismo.  A pagina 115 viene fatto cenno al fatto che “gli Stati Uniti in Medio Oriente hanno perseguito i propri interessi strategici, di cui Tel Aviv resta una pedina”. La pressione dell’Occidente in Medio Oriente esercitata con diverse guerre è un estremo tentativo di compensare la perdita di influenza globale rispetto alla Russia e alla Cina.

Il terzo capitolo costituisce una acuta analisi del mutamento della qualità dell’informazione dove la scomparsa o la deformazione dei fatti è diventata pura propaganda. L’Autrice fa giustamente presente che la propaganda esiste da millenni e ha accompagnato i conflitti nascondendone le vere motivazioni. Di indubbio interesse la descrizione del funzionamento del linciaggio mediatico utilizzato contro le persone, e lei stessa per prima, non allineate al bis-pensiero in corso. A pagina 134 non manca di citare il linciaggio contro Julian Assange arrestato senza processo in Paesi occidentali simboli di democrazia.  A pagina 135 si parla di stampa grigia e addomesticata, ma non dice apertamente che dietro la censura di sistema esiste un’architettura di ricatti economici nei confronti delle testate che, salvo rarissime eccezioni, non è finanziariamente indipendente.

Il quarto capitolo descrive l’articolazione del mondo in vari centri di potere espressi da Stati di dimensioni notevoli dotati di ampia deterrenza militare verso i quali la anglosfera non può muoversi apertamente ricorrendo ad una sequenza infernale di conflitti per procura. Al caos militare l’Occidente, teleguidato dagli angloamericani,  incoraggia il caos economico e la instabilità finanziaria provocata da un immenso debito mondiale del tutto incontrollabile ma che va remunerato in favore dei sottoscrittori del debito pubblico anche con la compressione al ribasso dei tassi di interesse e con il ricorso ossessivo al meccanismo delle sanzioni economiche contro gli Stati canaglia individuati e determinati dalla visione imperiale angloamericana verso la quale l’Europa non ha alcun ruolo rilevante.

Per la complessità dei temi trattati, il libro è scritto con eleganza e dovizia di informazioni storiche. Si tratta di un utile strumento di analisi che introduce i lettori interessati ad una conoscenza equilibrata delle dinamiche mondiali in corso.

Lo scopo di essere una introduzione informata dell’attuale orizzonte geopolitico ed economico mondiale attuale auspicato dall’Autrice è pienamente raggiunto.

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