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NOTIZIE FALSE A RAFFICA

Manlio Lo Presti (*)

Ma non ci viene il sospetto che nel nostro Paese sia sabotato il funzionamento di quasi tutti i settori economici, politici, sociali?

Sono in aumento di casi di blocco totale delle attività bersagliate comunicando motivi di aggressione informatica, di eventi atmosferici (spesso pilotati), di cause politiche internazionali e, ciliegia sulla torta, colpa dell’onnipresente “cambiamento climatico”.

Con queste motivazioni, nessuno ha colpa diretta per gli errori commessi per incapacità, ma più spesso perpetrati per obbedienza cieca ad ordini degli Alti Comandi atlantisti e di Bruxelles. L’impunità dei responsabili viene garantita dalla lentezza dei processi che, sempre più spesso, hanno durate che sfiorano il ventennio. Si evidenzia in questa lentezza lo stretto rapporto fra la lentezza pilotata potere giudiziario e l’impunità dei responsabili scaricando le colpe sulla popolazione.

Poi abbiamo la copertura mediatica coordinata dai finanziamenti selettivi erogati nel caso Italia, dalla Presidenza del Consiglio o anche da notissime strutture finanziarie pubbliche che agiscono mediante la creazione ad hoc di piccole aziende, con apertura e poi con rapida chiusura dopo l’assegnazione del sussidio.

L’impalcatura di comando nel nostro Paese – ma il resto della UE non fa eccezione – ci irroga dall’alto un mondo dove abbiamo:

Raffiche di incidenti sul lavoro. Nessuno ha finora agito efficacemente contro la disoccupazione.

Raffiche di incidenti aerei. Nessuno si sta attivando per imporre maggiore manutenzione quasi totalmente abolita perché è considerata un costo da sopprimere, anche se poi ci sono i morti per i quali non sarà accusato nessuno.

Raffiche di sparatorie. Tutti straparlano di sicurezza, ma poi il caos serve a giustificare l’attivazione di controlli sulla vita dei cittadini e non la loro protezione sociale e fisica.

Raffiche di sbarchi di migranti-paganti. Secondo la teologia buonista di precisi settori politici, le porte devono essere aperte ma collocare gli arrivati non è poi così importante. Basta incassare i titanici proventi da queste attività “umanitarie”.

Raffiche di incidenti di auto. Dilagano morti e migliaia di amputati e feriti generici nonostante l’aumento esponenziale di dispositivi di sicurezza a bordo dei veicoli e la promulgazione di leggi draconiane ma di difficile gestione per le troppe “eccezioni” previste e l’adozione di un linguaggio volutamente complicato usato metodicamente contro il cittadino considerato un suddito sottoposto ad eterna minaccia.

Raffiche di incidenti aerei di cui non si arriva ad avere una spiegazione attendibile. Poi dimenticati dopo un premeditato tempo di indagini inutili. La manutenzione non esiste quasi più perché costa troppo e poi l’impunità è garantita da indagini farraginose e da processi quasi ventennali senza esiti.

Raffiche di scioperi. Le organizzazioni sindacali sono diventate cinghia di trasmissione delle opposizioni e si placano quando gli oppositori vanno al governo.

Raffiche di chiusure d’azienda, poi saccheggiate da finanziarie, banche e aziende estere al momento della caduta del loro valore di acquisto.

Raffiche di arresti mafiosi. Accade a ridosso di un cambio dei poteri governativi.

Raffiche di rivolte carcerarie. Una conflittualità attivata ad intermittenza, appunto, quando “qualche settore” ne fa utilizzo per screditare i governi i n carica.

Tutte queste “raffiche” hanno un unico nome. Il nome è “guerra ibrida” in cui continua ad essere immersa la ex-italia dal 1948 ad oggi e con qualsiasi governo in carica, a prescindere dallo schieramento politico espresso.

L’elenco, redatto purtroppo per difetto, non è un’invenzione da caffè. È integralmente confermato dal servile operato delle fonti di informazione di terra di mare di aria avente il compito specifico di riportare i fatti con una prosa diligente, da compito scolastico in classe. La notizia non deve essere inquadrata in un contesto analitico e critico. Non è consentito diffondere informazione recanti un significato diverso ed intelligibile.

Invece, abbiamo uno scenario desolante dove imperano raffiche di notizie tutte uguali, di notiziari tutti etichettati con un identico titolo, un identico contenuto, un identico tempismo di diffusione.

Però … abbiamo il buonismo genderista climatista inclusivo verde sostenibile elettrico che opera per il nostro bene.

In tempi non sospetti, lo scrittore e corrosivo opinionista Stanislaw J. Lec ha obiettato che forse qualcosa non va e ha detto:” tutti vogliono il vostro bene. Non fatevelo portare via.

Nel frattempo, cerchiamo una buona volta di attivare i sensori critici di analisi degli eventi senza farceli cadere addosso.

(*) Esperto di banche e finanza

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