I voli internazionali da e per l'aeroporto di Damasco riprenderanno martedì
I voli internazionali da e per l'aeroporto di Damasco riprenderanno martedì. Lo ha annunciato all'agenzia di stampa siriana Sana il capo dell'Autorita' per l'aviazione civile e il trasporto aereo, Ashad al Salibi. "Garantiamo alle compagnie aeree arabe e internazionali che, con l'aiuto dei nostri partner, inizieremo la fase di riabilitazione degli aeroporti di Aleppo e Damasco, affinchè possano ricevere aerei da tutto il mondo", ha aggiunto. Voli umanitari internazionali sono già atterrati in Siria e sono ripresi anche i voli interni.
Almeno 66 persone sono morte nei raid israeliani nella Striscia di Gaza
Almeno 66 persone sono morte nei raid israeliani nella Striscia di Gaza dall'alba. Di questi, almeno 41 sono stati uccisi in attacchi nella parte settentrionale della Striscia. Lo hanno riferito fonti mediche ad Al Jazeera
La polizia israeliana ha arrestato almeno sei manifestanti antigovernativi sulla Begin Road di Tel Aviv dopo aver loro ordinato di liberare la strada. Lo riportano i media dello stato ebraico.Gli agenti si sono accaniti su una persona che ha cercato di intervenire in un tafferuglio tra la polizia e un manifestante che stava urlando contro di loro. Agenti a cavallo si sono fatti largo tra la folla mentre i manifestanti urlavano slogan contro di loro.Un poliziotto ha inoltre strappato un megafono dalle mani di un manifestante e lo ha gettato tra le ceneri di un falò che i dimostranti avevano acceso. Non si verificavano arresti durante le proteste settimanali dall'inizio di dicembre, quando Hamas aveva diffuso un video dell'ostaggio Matan Zangauker.
L'Iran è "pienamente preparato per la possibilità di ulteriori attacchi da parte di Israele"
L'Iran è "pienamente preparato per la possibilità di ulteriori attacchi da parte di Israele". Lo ha assicurato il ministro degli Esteri di Teheran, Abbas Araghchi, in un'intervista concessa ai media cinesi.L'aviazione israeliana ha effettuato un attacco su larga scala contro la repubblica islamica lo scorso ottobre in risposta a due massicci attacchi con droni e missili lanciati dall'Iran contro lo stato ebraico nel corso dell'anno precedente.Recentemente, in Israele ci sono state alcune richieste di un altro attacco contro l'Iran in risposta agli attacchi in corso contro Israele da parte del proxy di Teheran in Yemen, i ribelli Houthi. Il gruppo ha lanciato diversi missili balistici verso Israele centrale durante la notte nelle ultime settimane.
Hezbollah è pronto a rispondere alle violazioni israeliane del cessate il fuoco in Libano
Hezbollah è pronto a rispondere alle violazioni israeliane del cessate il fuoco in Libano anche prima della scadenza di 60 giorni per il ritiro di Israele. La fragile tregua, entrata in vigore il 27 novembre dopo due mesi di guerra in piena regola, è stata segnata da reciproche accuse di violazioni da entrambe le parti. "Abbiamo detto che stiamo dando l'opportunità di prevenire le violazioni israeliane e di attuare l'accordo e saremo pazienti", ha detto il leader del grupo sciita, Naim Qassem "La leadership della resistenza determina quando essere pazienti, quando prendere iniziative e quando rispondere".In base ai termini del cessate il fuoco, l'esercito libanese deve schierarsi insieme alle forze di peacekeeping delle Nazioni Unite nel sud mentre l'esercito israeliano si ritira per un periodo di 60 giorni.Hezbollah ritirerà le sue forze a nord del fiume Litani, a circa 30 chilometri (20 miglia) dal confine, e smantellerà qualsiasi infrastruttura militare rimanente a sud.
Hamas diffonde video di una soldatessa 19enne: "In ostaggio da 450 giorni" (Video)
Hamas diffonde video di una soldatessa 19enne: "In ostaggio da 450 giorni"
I negoziati per il rilascio degli ostaggi israeliani nelle mani di Hamas continuano a progredire lentamente.Lo riporta Channel 12
I negoziati per il rilascio degli ostaggi israeliani nelle mani di Hamas continuano a progredire lentamente, ma non ci sono ancora stati progressi significativi, con un punto di stallo principale rappresentato dal continuo rifiuto del movimento integralista islamico palestinese di fornire allo stato ebraico un elenco degli ostaggi che propone di rilasciare nella prima fase di un'intesa. Lo ha affermato l'emittente Channel 12, che cita fonti anonime.Il network ha inoltre aggiunto che, visto che Israele chiede il rilascio di circa 30 ostaggi ancora in vita nella prima fase, l'elenco include necessariamente giovani uomini, tutti considerati da Hamas soldati, in quanto sono nell'età da combattimento.Il movimento integralista palestinese, secondo l'emittente, sta chiedendo il rilascio di prigionieri palestinesi di alto profilo in cambio di questi ostaggi.
Il ministro della Difesa israeliano Israel Katz ha confermato la ripresa dei negoziati indiretti con Hamas in Qatar
Il ministro della Difesa israeliano Israel Katz ha confermato la ripresa dei negoziati indiretti con Hamas in Qatar per il rilascio degli ostaggi.Il ministro ha informato i genitori dell'ostaggio Liri Albag, "degli sforzi in corso per liberare gli ostaggi, in particolare con la partenza ieri della delegazione israeliana per i colloqui in Qatar". Una nota del ministero specifica che il primo ministro Benjamin Netanyahu ha dato "direttive specifiche per la continuazione dei negoziati".
Centinaia di manifestanti che chiedono un accordo per il rilascio degli ostaggi hanno marciato verso la casa del primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu a Gerusalemme.La protesta segue la pubblicazione di un video da parte di Hamas che mostra l'esistenza in vita della 19enne Liri Albag, soldatessa ostaggio del movimento integralista islamico palestinese.I manifestanti portano uno striscione che recita: "Sono tutti umanitari", riferendosi agli ostaggi. I negoziati per un accordo di rilascio si sono concentrati su una fase iniziale che prevede il rilascio prima dei "casi umanitari".
L'aviazione israeliana è tornata in serata a bombardare diversi obiettivi a Gaza. Almeno 4 morti
L'aviazione israeliana è tornata in serata a bombardare diversi obiettivi a Gaza. A quanto riferisce l'agenzia di stampa palestinese Wafa, almeno quattro persone sono rimaste uccise in un attacco sul campo profughi di al Bureij, nel centro della Striscia. Il Times of Israel riporta un comunicato delle Forze Armate israeliane su un attacco aereo lungo il corridoio Salah a-Din contro operativi di Hamas "coinvolti in attivita' terroristiche" compiute sfruttando le rotte degli aiuti umanitari. Il corridoio, noto anche come Philadelphi, 14 chilometri lungo il confine con l'Egitto, è tra le vie piu' importante per il transito di aiuti umanitari per la popolazione di Gaza. "L'attacco è avvenuto a distanza dal passaggio di convogli umanitari e non ha avuto ripercussioni sull'ingresso degli aiuti", ha assicurato l'IDF nella nota.
L'Unifil ha accusato l'esercito israeliano di aver distrutto uno dei barili blu che segnano il confine tra Israele e Libano e una torre di osservazione dell'esercito libanese
L'Unifil ha accusato l'esercito israeliano di aver distrutto uno dei barili blu che segnano il confine tra Israele e Libano e una torre di osservazione dell'esercito libanese vicino a una delle postazioni delle Nazioni Unite. "Questa mattina i peacekeepers hanno osservato un bulldozer dell'Idf distruggere un barile blu che segnava la linea di demarcazione tra il Libano e Israele a Labbouneh, così come una torre di osservazione appartenente alle Forze Armate Libanesi immediatamente accanto a una postazione dell'Unifil", si legge in un post su X dell'agenzia Onu. Per l'Unifil la "distruzione deliberata e diretta" del barile blu e delle infrastrutture dell'esercito libanese da parte dell'Idf è una "flagrante violazione della Risoluzione 1701 e del diritto internazionale".
L'ospedale indonesiano, nel nord della Striscia di Gaza, è fuori servizio a causa degli attacchi israeliani
L'ospedale indonesiano, nel nord della Striscia di Gaza, è fuori servizio a causa degli attacchi israeliani. Lo riferisce in una nota il ministero della Salute di Gaza, gestito da Hamas. La struttura medica "non fornisce più alcun servizio ai pazienti o ai feriti", si legge. Al momento, ha aggiunto, tutti e tre gli ospedali pubblici del governatorato del nord di Gaza, Kamal Adwan, Beit Hanoon e l'ospedale indonesiano, sono chiusi a causa dell'offensiva israeliana
Un impianto sotterraneo di produzione di armi di Hamas nella Striscia di Gaza centrale è stato recentemente demolito dalle truppe israeliane
Un impianto sotterraneo di produzione di armi di Hamas nella Striscia di Gaza centrale è stato recentemente demolito dalle truppe israeliane. Lo riporta Times of Israel. Il tunnel è stato individuato e demolito seguendo "precise informazioni di intelligence" sul sito, ha affermato l'Idf, spiegando che all'interno le truppe hanno trovato diversi torni e macchinari per la lavorazione e il taglio dei materiali utilizzati per la fabbricazione di armi. I militari hanno recuperato dal tunnel anche documenti, computer e dischi rigidi portatili. Dopo che il tunnel è stato mappato e i reperti sequestrati, gli ingegneri militari lo hanno distrutto.
"Il video di oggi ci ha spezzato ilcuore. Questa non è la figlia e la sorella che conosciamo. Nonsta bene, il suo grave disagio psicologico è evidente". Loaffermano in una dichiarazione i familiari di Liri Albag, la giovane soldatessa israeliana prigioniera di Hamas dal 7 ottobre2023, che hanno autorizzato, dopo un primo rifiuto, lapubblicazione del video diffuso dalla fazione islamica. "Abbiamo visto la nostra eroica Liri sopravvivere e implorare per la sua vita. Si trova a solo decine di chilometri da noi, eppure per 456 giorni non siamo stati in grado di riportarla a casa", aggiungono lanciando "un appello al primo ministro "Benyamin Netanyahu, "ai leader mondiali e a tutti coloro che prendono le decisioni: è tempo di prendere decisioni come se fossero lì i vostri figli!"
"Liri è viva e deve tornare viva! Dipende solo da voi! Nondovete perdere questa opportunità attuale di riportarliindietro. Tutti loro", concludono riferendosi agli altri ostaggi trattenuti nella Striscia di Gaza e ai colloqui in corso per un accordo per lo scambio di prigionieri.
Le famiglie ostaggi invitano a unirsi a manifestazioni di stasera a Tel Aviv dopo la pubblicazione, da parte di Hams, del video di Liri Albag
Dopo che Hamas ha pubblicato un video che mostra in vita Liri Albag, le famiglie degli ostaggi hanno esortato il pubblico a partecipare alle manifestazioni di questa sera per chiedere la loro liberazione. Lo riporta Times of Israel. "Il segno di vita di Liri è una prova dura e innegabile dell'urgenza di riportare a casa tutti gli ostaggi! Ogni giorno nell'inferno di Hamas a Gaza rappresenta un rischio immediato di morte per gli ostaggi vivi e mette in pericolo la possibilità di recuperare i caduti per una degna sepoltura", ha dichiarato il Forum delle famiglie degli ostaggi in un comunicato. "Le famiglie degli ostaggi chiedono al pubblico di unirsi alle manifestazioni e alle veglie di protesta in tutto il mondo questa sera e di gridare con loro per i loro cari, intrappolati nei tunnel".
Il direttore generale dell'Oms: "Nessun aggiornamento sulla sicurezza e il benessere del direttore dell'ospedale Kamal Adwan"
Il direttore generale dell'Oms, Tedros Adhanom Ghebreyesus, ha scritto su X che l'Organizzazione delle Nazioni Unite non ha ricevuto "alcun aggiornamento sulla sicurezza e il benessere" del direttore dell'ospedale Kamal Adwan. Hussam Abu Safia, 51 anni, era stato arrestato dalle forze israeliane durante un raid nell'ospedale Kamal Adwan di Beit Lahiya la scorsa settimana. "L'ospedale Kamal Adwan nel nord di Gaza rimane completamente fuori uso e non abbiamo ricevuto alcun aggiornamento sulla sicurezza e il benessere del suo direttore, il dottor Hussam Abu Safiya, dalla sua detenzione il 27 dicembre. Continuiamo a sollecitare Israele a rilasciarlo - si legge nel post di Ghebreyesus - Ripetiamo: gli attacchi agli ospedali e agli operatori sanitari devono finire. La gente di Gaza ha bisogno di accesso all'assistenza sanitaria. Cessate il fuoco!"
La Lega araba vuole mandare un proprio inviato in Siria
La Lega araba sta pianificando la creazione di un "inviato speciale" a Damasco per avviare un dialogo con le nuove autorità siriane e altri rappresentanti del paese. Lo ha riferito una fonte diplomatica araba ad Asharq al-Awsat. L'obiettivo è quello di esplorare la situazione sul terreno, creare un canale di comunicazione e presentare i meccanismi di lavoro della Lega, riferisce il sito dell'importante giornale panarabo pubblicato a Londra. La visita dell'inviato includerà incontri con "diverse componenti della società siriana". Sebbene la data non sia ancora stata fissata, la missione punta a fornire una lettura obiettiva della situazione e facilitare il dialogo con altre capitali arabe scrive il sito. La decisione segue il reintegro della Siria nella Lega araba, approvato lo scorso maggio al Cairo, e le successive attività della commissione di contatto ministeriale, che hanno sottolineato l'importanza di una transizione politica inclusiva, ricorda Asharq. Recentemente, si sono intensificati i contatti arabi bilaterali con la nuova leadership siriana, come dimostrato dalla visita del ministro degli esteri siriano, Asaad al-Shaibani, in Arabia Saudita e dagli incontri a Damasco con delegazioni di Qatar, Giordania ed Egitto. Secondo analisti, questa "apertura araba" risponde alla necessità di evitare il rischio di una frammentazione della Siria e di prevenire il dominio di attori regionali sul paese, promuovendo invece la sua stabilità e ricostruzione, riferisce il quotidiano.
Siria, il vescovo di Aleppo: "Con al-Jolani incontro molto positivo, noi cristiani saremo parte integrante"
È stato ''un incontro molto positivo'' quello che, lo scorso 31 dicembre, il vescovo latino e vicario apostolico di Aleppo, monsignor Hanna Jallouf, ha avuto con il leader de facto della nuova Siria, Abu Mohammed al-Jolani. ''Si è dimostrato molto, molto aperto nei confronti dei cristiani e questo ci rallegra'', ha dichiarato Jallouf all'Adnkronos riferendosi all'incontro che al-Jolani ha voluto con ''tutti i capi religiosi della comunità cristiana in Siria l'ultimo giorno dell'anno''. In quell'occasione ''ci ha assicurato che come cristiani saremo parte integrante della nuova Siria'' e ha detto di voler ''lavorare per il bene di tutti i siriani". I primi passi, concreti, si stanno già vedendo spiega il vescovo. ''Abbiamo diversi segnali che le cose andranno bene, piano piano sempre meglio, direi benissimo'', afferma Jallouf spiegando di aver ''potuto festeggiare tranquillamente Natale e Capodanno".
Inoltre, aggiunge, ''al-Jolani ha creato una commissione per l'università di Aleppo composta da cinque uomini musulmani e due cristiani". Per il futuro, verso il quale ''c'è ottimismo", Jallouf spiega che ''durante l'incontro al Palazzo presidenziale di Damasco abbiamo dato ad al-Jolani due documenti, uno preparato dai patriarchi di Damasco e uno dei vescovi di Aleppo''.
Nei documenti erano presenti ''i contenuti che come comunità cristiana chiediamo che vengano integrati nella nuova Costituzione" siriana. Non solo ''i diritti legati alla libertà di culto'', ma anche il rispetto dei ''diritti delle donne, il diritto al lavoro, il diritto alla parità'', spiega. Rispetto ai timori legati al gruppo jihadista Hayat Tahrir al-Sham (Hts), Jallouf afferma che ''non è certo vero, come si è detto, che sono venuti ad ammazzare i cristiani, a sgozzarli''. Certo, ammette, ''sul terreno c'è gente che è arrivata con al-Jolani e che non è alla sua altezza''. Tra l'altro ''non sono tutti siriani, né hanno la sua mentalità''. Ma l'ottimismo resta dominate presso il collegio francesano di Aleppo: ''Ci vuole un tempo'' e allo stato attuale ''ogni problema che nasce, viene risolto''.
Hamas diffonde video che mostra in vita la soldatessa ostaggio Liri Albag, 19 anni
Hamas diffonde video che mostra in vita la soldatessa ostaggio Liri Albag, 19 anni
Hamas ha diffuso un video che mostra segni di vita nell'ostaggio Liri Albag, 19 anni. Come riporta Times of Israel, il video, lungo tre minuti e mezzo, non riporta la data, sebbene Albag affermi di essere detenuta da oltre 450 giorni, il che indica che è stato girato di recente. Albag, soldatessa di sorveglianza di stanza al posto di Nahal Oz, è stata rapita insieme ad altre sei persone dai terroristi di Hamas il 7 ottobre. Una è stata salvata e un'altra è stata recuperata morta dopo essere stata assassinata in prigionia. Le altre cinque — Albag, Karina Ariev, Agam Berger, Naama Levy e Daniella Gilboa — sono ancora ostaggi. Hamas, ricorda il Times of Israel, ha già diffuso in passato video simili di ostaggi detenuti dal gruppo terroristico, in quella che Israele definisce una deplorevole guerra psicologica.
Hamas ha già diffuso in passato video simili di israeliani tenuti in ostaggio dal gruppo terroristico, in quella che secondo lo stato ebraico è una deplorevole guerra psicologica. La famiglia di Albag ha chiesto che i media non pubblichino il video o immagini da esso estratte. La maggior parte dei media israeliani non pubblica i video diffusi da Hamas, a meno che le famiglie non lo richiedano espressamente.
Jolani: "I cristiani sono parte integrante della Siria, ammiro il Papa" l'incontro con Ibrahim Faltas sull'Osservatore romano
"Non considero i siriani cristiani una minoranza ma una parte integrante e importante della storia del popolo siriano". Lo ha detto il nuovo leader siriano Abu Mohammed al Jolani a Ibrahim Faltas, vicario della custodia di Terra Santa, che racconta il loro incontro il 31 dicembre a Damasco sulle pagine dell' Osservatore romano. Jolani ha anche colto l'occasione per esprimere "innanzitutto grande ammirazione, stima e rispetto per papa Francesco". "È un vero le sue azioni a favore della pace e dei popoli in difficoltà".
Media, Israele valuta taglio aiuti Gaza con Trump: "Aiuta Hamas"
Il governo israeliano sta valutando una drastica riduzione dell'ingresso di aiuti umanitari nella Striscia di Gaza, una volta che il nuovo presidente americano Donald Trump si sarà insediato alla Casa Bianca. Lo ha riferito il sito israeliano N12 e l'indiscrezione è stata rilanciata da diversi altri media del paese. Lo scopo è indebolire la leadership di Hamas che starebbe cercando di riprendere vigore. Fino a oggi, spiega N12, Israele ha consentito l'arrivo di beni di prima necessità, seppure per molti osservatori in quantità non sufficienti a soddisfare le reali necessità, in linea con quanto concordato con il presidente americano Joe Biden.
"Vi sono molti dubbi che sotto l'amministrazione Trump sarà mantenuto lo stesso livello di aiuti a Gaza", ha spiegato una fonte politica a N12. Qualsiasi decisione, ha sottolineato la stessa fonte, "sarà presa in coordinamento con l'amministrazione Trump" partendo dall'assunto che "se la situazione non cambia a Gaza, Hamas resterà al potere". Secondo il governo israeliano, Hamas di fatto controllerebbe la distribuzione degli aiuti internazionali che riescono a entrare nella Striscia e questo ne accresce il potere.
Da tempo ormai la questione dell'ingresso di aiuti umanitari per le popolazioni stremate da 15 mesi di guerra è motivo di scontro con le Nazioni Unite ed è tenuta sotto osservazione da molti partner di Israele. Nella Striscia, dove ancora vivono oltre 2 milioni di persone, secondo le Nazioni Unite vi è un serio rischio di carestia, senza contare che interi abitati sono stati rasi al suolo e il freddo ha già mietuto diverse vittime fra i bambini costretti a vivere in rifugi precari. Il governo di Benjamin Nethanyahu ha sostenuto in più occasioni che non vi sono limitazioni all'ingresso dei tir che portano beni di prima necessità, ma di fatto il complicatissimo meccanismo di controlli sui carichi riduce drasticamente il numero dei camion che riescono a entrare, spesso dopo tortuosi percorsi nella Striscia. Secondo le Nazioni Unite, prima della guerra entravano quotidianamente a Gaza 500 camion carichi di beni, per un totale di 15.000 al mese. A dicembre invece, escludendo i veicoli commerciali e per il rifornimento di carburante, sono entrati nella Striscia solo 2.205 tir, secondo i dati diffusi dall'Ufficio dell'Onu per il Coordinamento degli Affari Umanitari (Ocha).
Media: a Doha resta lo stallo sull'accordo
Resta lo stallo sull'accordo per un cessate il fuoco e la liberazioni degli ostaggi a Gaza. Lo riportano i media israeliani sottolineando che a Doha, dove sono in corso per il secondo giorno i colloqui, "le posizioni tra i negoziatori restano lontane: permangono lacune tra Israele e Hamas su quasi tutte le questioni in fase di negoziazione", precisa il Times of Israel.
Media Iran, per papa Francesco Netanyahu ignora diritti umani
Il rettore dell'Università delle Religioni e delle Denominazioni dell'Iran, Abolhassan Navab, ha incontrato ieri Papa Francesco e ha affermato di apprezzare le coraggiose posizioni del leader cattolico mondiale in difesa del popolo oppresso della Palestina e ha lodato "la posizione intelligente di Sua Eccellenza Papa Francesco nel sostenere le persone oppresse". Inoltre, il rettore ha affermato che "non abbiamo problemi con gli ebrei, il nostro problema è con gli assassini". Lo riferisce l'agenzia iraniana Irna secondo cui Papa Francesco avrebbe affermato che "nemmeno noi abbiamo problemi con gli ebrei e il nostro unico problema è con Benjamin Netanyahu, che ha causato la crisi nella regione e nel mondo senza prestare attenzione alle leggi internazionali e ai diritti umani. È necessario che le assemblee internazionali pensino rapidamente a una soluzione in questa materia".
Ancora raid nella Striscia, a Doha terminati i colloqui su tregua ma servono i nomi degli ostaggi
Giovan Battista Brunori
Ancora raid nella Striscia, a Doha terminati i colloqui su tregua ma servono i nomi degli ostaggi
La missione Ue a Damasco da Al Jolani, lui evita di stringere la mano alla ministra Baerbock
La missione Ue a Damasco da Al Jolani, lui evita di stringere la mano alla ministra Baerbock
La Siria riapre da martedì voli internazionali su Damasco
La Siria annuncia la ripresa dei voli internazionali da e per Damasco a partire da martedì prossimo, 7 gennaio. "Annunciamo che inizieremo a ricevere voli internazionali da e per l'aeroporto internazionale di Damasco a partire da martedì", riferisce l'agenzia di stampa statale Sana, citando Ashhad al-Salibi, direttore dell'autorità per l'aviazione civile e il trasporto aereo. Aerei umanitari internazionali sono già atterrati in Siria e sono ripresi anche i voli interni.
Media: "Idf potrebbe estendere presenza in Libano per altri 30 giorni"
Un quotidiano affiliato a Hezbollah ha affermato che gli ufficiali dell'esercito libanese hanno ricevuto "segnali seri" dall'ufficiale militare statunitense incaricato di supervisionare il cessate il fuoco tra Israele e Hezbollah, secondo cui le Forze di difesa israeliane potrebbero estendere la propria presenza nel Libano meridionale per altri 30 giorni. Lo riporta Times of Israel. Secondo Al-Akhbar, il messaggio inviato dal maggiore generale Jasper Jeffers, del Comando centrale delle operazioni speciali (Soccent) all'esercito libanese è che la decisione dipende dalla capacità di Israele di "realizzare i suoi obiettivi di garantire la fine della capacità di Hezbollah di portare avanti un attacco preventivo". L'emittente pubblica Kan ha riferito che le Idf potrebbero ritardare il ritiro dal Libano meridionale perché l'esercito libanese non sta rispettando i termini del cessate il fuoco e si sta dispiegando troppo lentamente nella zona, mentre Hezbollah si sta riorganizzando. Inoltre, secondo le informazioni, l'esercito libanese non sta attaccando obiettivi di Hezbollah.
Ministero della Sanità di Hamas: "I morti a Gaza sono 45.717"
Il bilancio dei morti a Gaza è salito a quota 45.717, di cui 59 nelle ultime 24 ore: lo ha reso noto su Telegram il ministero della Sanità di Hamas. I feriti sono108.856, secondo la stessa fonte.
Media: "Sei guardie sicurezza uccise in attacco israeliano a Gaza"
Un veicolo è stato bombardato dall'esercito israeliano in Salah al-Din Street a Gaza, uccidendo sei guardie di sicurezza palestinesi che lavoravano per fornire aiuti umanitari. Lo riporta Al Jazeera, aggiunendo che i filmati di fonti locali hanno mostrato squadre di paramedici che recuperavano i corpi delle persone uccise. In precedenza, l'agenzia di difesa civile di Gaza ha confermato che le sue squadre hanno recuperato sei corpi dalla scena dell'attacco nel sud di Khan Younis.
Media Iran: "Per il Papa Netanyahu ignora i diritti umani"
Il rettore dell'Università delle Religioni e delle Denominazioni dell'Iran, Abolhassan Navab, durante un incontro con Papa Francesco ieri, ha espresso gli auguri per il nuovo anno e ha lodato la "posizione coraggiosa del Papa nella difesa del popolo palestinese". "Non dobbiamo rimanere in silenzio nella difesa degli oppressi, indipendentemente da razza, colore, etnia e religione," ha sottolineato Navab, aggiungendo: "L'Iran non ha alcun problema con il popolo ebraico, il nostro problema è con assassini come il Primo Ministro israeliano Benyamin Netanyahu." Secondo l'agenzia iraniana Irna, il Papa avrebbe affermato durante l'incontro: "Anche noi non abbiamo problemi con gli ebrei; l'unico problema è con Netanyahu che, ignorando le leggi internazionali e i diritti umani, ha creato crisi nella regione e nel mondo." Ha aggiunto che le organizzazioni internazionali devono affrontare urgentemente questa questione."Non c'è nessuno che abbia il diritto di calpestare i diritti umani e limitare la loro libertà. Ma oggi ci sono coloro che vogliono schiavizzare gli esseri umani e l'umanità per raggiungere i propri obiettivi," avrebbe dichiarato ancora il Papa, sempre secondo l'agenzia iraniana.
Attacchi israeliani su Gaza, almeno 26 morti
Una serie di attacchi aerei e di terra israeliani in diverse zone della Striscia di Gaza hanno causato almeno 26 morti nelle ultime ore. Da giovedi' le forze di difesa israeliane (Idf) hanno intensificato le loro incursioni nell'enclave palestinese. Le truppe israeliane hanno fatto saltare in aria edifici residenziali nel campo di Jabalia, nel nord assediato della Striscia, ha riferito l'agenzia stampa ufficiale palestinese Wafa. Nuovi attacchi sono stati registrati nella citta' di Gaza, in particolare nei quartieri di Shujaiya e Al Daraj, dove le squadre di soccorso hanno recuperato tre vittime dalle macerie e trasferito diversi feriti negli ospedali. Nel sud dell'enclave, a Khan Younis, le forze israeliane hanno attaccato una tenda che ospitava degli sfollati vicino a Jalal Street, nel centro della citta'. Un uomo e un bambino sono morti dopo il bombardamento israeliano di due case. Inoltre, cinque persone, tra cui personale di sicurezza e di societa' private, sono state uccise in un attacco contro un veicolo sempre a Khan Younis. A destare forte preoccupazione sono, inoltre, le condizioni delle persone rimaste intrappolate sia nell'ospedale indonesiano che in quello di al-Awda. Ieri l'esercito israeliano ha negato di aver ordinato l'evacuazione dell'ospedale indonesiano, l'unico che continua a funzionare nella zona settentrionale della Striscia, dopo l'assalto finale a quello di al-Awda, per Israele un covo di terroristi di Hamas. Israele ha intensificato gli attacchi contro gli agenti di polizia e il personale di sicurezza di Hamas che, in molti casi, sono incaricati di sorvegliare i camion con gli aiuti umanitari. Dall'inizio della guerra a Gaza, piu' di un anno fa, sono morte piu' di 45.658 persone, il 70% delle quali donne e bambini, e piu' di 108.583 sono rimaste ferite, oltre a migliaia di persone ancora intrappolate sotto le macerie e all'enorme distruzione che gli attacchi hanno causato in tutta l'enclave con edifici residenziali, scuole e ospedali rasi al suolo.
Anp, attacco israeliano in Cisgiordania, un morto e 9 feriti
L'Autorità nazionale palestinese (Anp) ha annunciato la notte scorsa che un'operazione militare israeliana in un campo profughi di Nablus, nella Cisgiordania occupata, ha provocato un morto e nove feriti, quattro dei quali sono in gravi condizioni. Un giovane di 18 anni, Mohammad Medhat Amin Amer, "è stato ucciso dai proiettili dell'occupazione (israeliana) nel campo di Balata", si legge in un comunicato del ministero della Sanità dell'Autorità palestinese. Nove persone sono rimaste ferite, "di cui quattro sono in gravi condizioni", prosegue la nota.
Siria: ministro Difesa al lavoro per un esercito unificato
Il ministro della Difesa siriano ad interim, Marhaf Abu Qasra, ha inaugurato un incontro con i leader militari per avviare il processo di dissoluzione delle fazioni e di integrazione in un esercito unificato. "Il Ministero della Difesa siriano inizia a tenere sessioni organizzative con i leader militari per avviare il processo di integrazione delle fazioni", ha riferito l'agenzia di stampa ufficiale siriana Sana. La questione dell'unificazione delle forze armate e' uno degli aspetti piu' complicati a cui deve far fronte il nuovo governo istituito dopo il rovesciamento del presidente Bashar al-Assad. Al momento non sono stati forniti dettagli sui leader militari che partecipano alla riunione con Abu Qasra, che prima di diventare ministro della Difesa e' stato uno dei comandanti piu' importanti dell'Organizzazione islamista per la liberazione del Levante (Hts), affiliata siriana di Al Qaeda, alla guida delle fazioni che hanno rovesciato il regime con un'offensiva durata appena 12 giorni. Il comandante ha davanti a se' l'arduo compito di integrare nella stessa istituzione militare sia le miriadi di fazioni che parteciparono all'offensiva insurrezionale, guidata da Hts, sia i membri dell'esercito del vecchio regime che si sono dissociati durante l'offensiva per unirsi alla 'rivoluzione'. Abu Qasra e' stato nominato nei giorni scorsi dal nuovo uomo forte siriano e leader del comando operativo, Ahmed al Sharaa, impegnato nei preparativi della Conferenza di dialogo nazionale, in agenda per meta' gennaio. Nel corso di questa conferenza dovrebbe essere annunciato lo scioglimento delle fazioni armate della coalizione guidata da Hts, nonche' la formazione di un comitato per redigere una nuova Costituzione per la Siria.
Iran, "sul nucleare pronti a colloqui costruttivi"
"Siamo pronti a tenere colloqui costruttivi sul nostro programma nucleare, senza ritardi; colloqui che saranno finalizzati al raggiungimento di un accordo": lo ha detto il ministro degli Esteri iraniano, Abbas Araghchi, riferendosi ai negoziati che si terranno tra l'Iran ela troika europea (Gran Bretagna, Francia e Germania) il 13gennaio. "Consideriamo la formula dell'accordo nucleare del 2015 come base per i futuri colloqui, che è la costruzione della fiducia da parte dell'Iran sulle sue attività nucleari, in cambio della revoca delle sanzioni", ha detto Araghchi in un'intervista all'emittente tv cinese Cctv. "Anche la Russia e la Cina devono continuare il loro ruolo costruttivo nei colloqui', ha aggiunto. "La prossima amministrazione americana adotterà naturalmente nuove politiche sul programma nucleare iraniano, e l'Iran deciderà in base a questo nuovo approccio statunitense", ha sottolineato il ministro degli Esteri riferendosi al presidente eletto Donald Trump.
Trump nomina vice inviato speciale per pace in M.O.
Il presidente eletto Donald Trump ha nominato il suo vice inviato speciale per la pace in Medio Oriente: Morgan Ortagus. Gia' portavoce del Dipartimento di Stato sotto l'allora Segretario di Stato Mike Pompeo durante il primo mandato di Trump alla Casa Bianca, Ortagus e' stata in passato una voce critica nei suoi confronti. Con l'occasione della sua nomina viene anche rimproverata con ironia del presidente rieletto che non nasconde il suo scetticismo. "Morgan mi ha combattuto per tre anni, ma spero che abbia imparato la lezione", ha scritto Trump in un post su Truth Social. Ortagus lavorera' nel team di Steven Witkoff, magnate immobiliare di New York e amico intimo di Trump, gia' nominato inviato in Medio Oriente a novembre. "Di solito queste cose non funzionano, ma Ortagus ha un forte sostegno repubblicano e non lo faccio per me, lo faccio per loro. Vediamo cosa succede", ha aggiunto Trump, con la "speranza" che sia una risorsa per Witkoff. "Cerchiamo di portare calma e prosperita' in una regione molto travagliata. Mi aspetto grandi risultati, e presto!", ha concluso Trump. In precedenza, Ortagus ha lavorato per il Dipartimento del Tesoro come analista di intelligence finanziaria e ha anche ricoperto il ruolo di vice addetto al tesoro degli Stati Uniti in Arabia Saudita. E' un ufficiale attivo dell'intelligence della riserva della Marina degli Stati Uniti. Dietro le quinte, Ortagus e' vicina a molti repubblicani di alto livello come il segretario di Stato entrante Marco Rubio, il senatore Lindsey Graham, il consigliere per la sicurezza nazionale entrante Mike Waltz e l'inviato di Trump per le missioni speciali, Ric Grenell. Ha anche lavorato a stretto contatto con il genero di Trump, Jared Kushner, durante il primo mandato. Il punto di frizione risale alle primarie presidenziali repubblicane prima delle elezioni del 2016, quando Ortagus critico' la politica estera "isolazionista" di Trump e il suo comportamento personale.
Negli Usa pronto accordo vendita armi a Israele da 8 mld
Il presidente Joe Biden ha notificato "informalmente" al Congresso degli Stati Uniti un accordo sulle armi con Israele del valore di 8 miliardi di dollari. Lo riferisce il media digitale Axios, rilanciato da diverse testate israeliane tra cui Times of Israel. Per entrare in vigore l'accordo richiede l'approvazione delle commissioni della Camera dei Rappresentanti e del Senato. Il pacchetto di armi da vendere includerebbe munizioni per aerei da caccia ed elicotteri d'attacco insieme a proiettili di artiglieria, precisano i media citando due fonti ben informate. La vendita comprenderebbe anche la fornitura di missili aria-aria Aim-120C-8 Amraam per jet da combattimento, droni, missili Hellfire Agm-114 per elicotteri d'attacco, bombe di piccolo diametro, kit di coda Jdam che trasformano le "bombe stupide" in munizioni di precisione, testate da 500 libbre e spolette per bombe. Le stesse fonti hanno precisato ad Axios che parte dell'accordo puo' essere fornito dalle attuali scorte statunitensi, ma la maggior parte richiedera' un anno o piu' per essere consegnata. Questa potrebbe quindi essere l'ultima transazione approvata dall'amministrazione Biden prima della fine della legislatura e dell'insediamento del presidente eletto Donald Trump, il 20 gennaio. Axios cita inoltre una fonte secondo cui il Dipartimento di Stato ha riferito al Congresso che l'accordo e' finalizzato a "sostenere la sicurezza a lungo termine di Israele rifornendo scorte di munizioni essenziali e capacita' di difesa aerea". Citando un funzionario statunitense, ha aggiunto che "il presidente ha chiarito che Israele ha il diritto di difendere i suoi cittadini, in conformita' con il diritto internazionale e il diritto umanitario internazionale, e di scoraggiare l'aggressione da parte dell'Iran e delle sue organizzazioni proxy. Continueremo a fornire le capacita' necessarie per la difesa di Israele". La nuova vendita di armi dagli Usa a Israele e' stata proposta nel mezzo di una campagna sostenuta da diverse organizzazioni per i diritti umani, tra cui Amnesty International, e un'ala dei democratici a supporto di "embargo sulle armi" a Israele per contribuire ad alleviare la crisi umanitaria nella Striscia di Gaza. Lo scorso novembre il senatore Bernie Sanders ha presentato una risoluzione per bloccare la vendita di 20 miliardi di dollari di armi a Israele, ma il documento e' stato respinto dal Congresso. In quanto maggiore alleato di Israele, gli Stati Uniti hanno sostenuto il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu nei suoi attacchi contro l'enclave palestinese a partire dagli attacchi di Hamas del 7 ottobre 2023 inviando armi, munizioni e personale, nonostante parte della comunita' internazionale e delle organizzazioni umanitarie abbiano etichettato queste incursioni come crimini di guerra.
Il reportage dell'inviata in Cisgiordania sui gruppi ebraici che lottano contro le violenze dei coloni
Ulivi per la pace, gli attivisti ebrei che aiutano i palestinesi
Dagli USA altri 8 miliardi in armi per Israele
L'amministrazione Biden ha notificato al Congresso una proposta di vendita di armi da 8 miliardi di dollari a Israele, ha affermato un funzionario statunitense, con Washington che mantiene il sostegno militare al suo alleato la cui guerra a Gaza ha ucciso decine di migliaia di persone.
L'accordo richiederebbe l'approvazione della Camera dei rappresentanti e delle commissioni del Senato e include munizioni per aerei da caccia ed elicotteri d'attacco, nonché proiettili di artiglieria. Il pacchetto include anche bombe e testate di piccolo diametro. Le proteste pacifiste chiedono da mesi un embargo sulle armi a Israele, ma la politica degli Stati Uniti è rimasta sostanzialmente invariata. Ad agosto, gli Stati Uniti hanno approvato la vendita di 20 miliardi di dollari in aerei da caccia e altre attrezzature militari a Israele.
La missione europea in Siria nel servizio della corrispondente da Berlino
Siria, la mano tesa dell'Europa. Baerbock e Barrot incontrano Al Jolani
A Damasco la visita dei ministri degli Esteri francese e tedesca
Un primo passo per trasmettere il messaggio dell’Unione Europea alla nuova leadership siriana: così l’Alta rappresentante per la politica estera dell’Ue, Kaja Kallas, ha descritto la visita della ministra degli Esteri tedesca Annalena Baerbock e del suo omologo francese Jean-Noel Barrot a Damasco, la prima da parte di ministri europei.
L’Ue, attraverso questa visita, invita le attuali autorità siriane a "rispettare i principi concordati con gli attori regionali e garantire la protezione di tutti i civili e delle minoranze", un tema definito da Kallas "della massima importanza". Barrot, che ha avviato la sua visita incontrando leader religiosi cristiani a Damasco, ha dichiarato su X che Francia e Germania mirano a "promuovere una transizione pacifica e urgente al servizio dei siriani e della stabilità regionale". Baerbock, dal canto suo, ha sottolineato che un "nuovo inizio politico tra Europa e Siria" sarà possibile solo se la nuova società siriana garantirà a tutte le persone, indipendentemente dall’appartenenza etnica o religiosa, "un ruolo nel processo politico", oltre a diritti e protezione. Secondo la ministra tedesca, tali diritti non devono essere compromessi né da una transizione eccessivamente lunga verso le elezioni, né da "passi verso l’islamizzazione della giustizia o del sistema educativo". La politica tedesca ha inoltre sottolineato che non dovrebbero verificarsi vendette contro interi gruppi della popolazione e che l’estremismo non deve trovare spazio.
L’evento principale per i due ministri è stato l’incontro con il leader de facto della Siria, Ahmad al-Sharaa, noto come Abu Mohammed al-Jolani. Il capo dell’ex gruppo ribelle islamista Haiat Tahrir al-Sham (Hts) ha ricevuto i ministri nell’ex palazzo di Bashar al-Assad, rovesciato circa quattro settimane fa. Dopo l’incontro con al-Jolani, Baerbock ha affermato che l’Europa sosterrà la Siria, ma non "finanzierà nuove strutture islamiste". La ministra ha ribadito che i siriani all’estero torneranno a ricostruire il loro Paese solo se potranno contare su condizioni di vita sicure per sé e per i loro familiari.
L’incontro con al-Jolani ha generato qualche polemica sui social in Germania a causa della mancata stretta di mano tra il leader siriano e la ministra tedesca. Baerbock ha chiarito che era già noto che "non ci sarebbero state strette di mano formali". "Abbiamo ribadito che i diritti delle donne sono fondamentali non solo per le donne stesse, ma anche come indicatore del grado di libertà di una società", ha sottolineato Baerbock, ribadendo che l’Ue è pronta a fare tutto il possibile per garantire che i siriani possano finalmente tornare a vivere in libertà.
Media: "Con Trump Israele taglierà ulteriormente gli aiuti umanitari ai civili di Gaza"
Israele sta considerando di restringere significativamente la quantità di aiuti umanitari destinati a Gaza una volta che il presidente eletto degli Stati Uniti, Donald Trump, entrerà in carica il 20 gennaio. Lo riporta l'emittente Channel 12, citata da Times of Israel. La misura mira a smantellare le capacità di Hamas a Gaza, che, secondo Israele, è riuscito a mantenere dopo quasi 15 mesi di guerra controllando parte degli aiuti umanitari che entrano nella Striscia. Attualmente entra a Gaza solo una quantità molto limitata di aiuti, e ulteriori restrizioni aggraverebbero la crisi umanitaria in corso.
Amnesty International: "Illegale la detenzione del direttore dell'ospedale Kamal Adwan"
“La detenzione illegale del dottor Abu Safiya è emblematica degli attacchi più ampi al settore sanitario a Gaza e dei tentativi di Israele di annientarlo". Lo afferma Agnes Callamard, segretaria generale di Amnesty International, in merito all'arresto del direttore dell’ospedale Kamal Adwan da parte delle forze israeliane.
“Nessuno del personale medico rapito dalle forze israeliane da novembre 2023 a Gaza durante i raid su ospedali e cliniche è stato accusato o sottoposto a processo", ha detto Callamard in un post sui social: "Quelli che sono stati rilasciati, dopo aver subito torture inimmaginabili, non sono mai stati incriminati né processati. Quelli che sono ancora detenuti rimangono in stato di detenzione senza accuse o processo, in condizioni disumane e a rischio di tortura".
Negoziati per la tregua, concluso il primo round a Doha
Il team israeliano incaricato delle trattative con Hamas ha dichiarato di aver concluso il primo round di colloqui a Doha. Lo scrive The Times of Israel, ricordando che il mandato approvato dal premier Benyamin Netanyahu non è così ampio come richiesto dai negoziatori degli ostaggi, ma sufficiente per fare progressi.
Hamas aveva annunciato ore prima la ripresa dei negoziati indiretti nella capitale del Qatar, precisando che l'obiettivo riguarda il cessate il fuoco a Gaza, il ritiro dell'esercito israeliano e il ritorno degli sfollati. In una conferenza stampa, Basem Naim, un importante leader politico di Hamas, ha ribadito la “serietà e positività del suo gruppo e il suo impegno a raggiungere un accordo” per un cessate il fuoco “il prima possibile”.
Tel Aviv, proteste contro la guerra e l'uccisione di giornalisti
Una manifestazione civile di protesta a Tel Aviv. Il cartello dice: “Uccidere giornalisti è un crimine di guerra”
Bombe israeliane su Gaza, 77 morti in 24 ore
Durante la notte di ieri, l'esercito israeliano ha effettuato una serie di attacchi nel nord e nel centro della Striscia di Gaza, con un bilancio di almeno 25 morti secondo fonti di Al Jazeera, e un totale di 77 dal giorno prima. Tra le vittime c'è Omar al-Diraoui, secondo giornalista palestinese a essere ucciso in 24 ore.
Sempre nell'area centrale della Striscia, i caccia israeliani hanno distrutto tre edifici residenziali, causando 25 vittime civili. Bombardamenti di artiglieria hanno colpito i campi profughi di Bureij e di Deir el-Balah.
Nel nord della Striscia proseguono anche le operazioni militari nelle vicinanze dell'ospedale indonesiano, l'unico ancora funzionante, dove stanno bruciando le infrastrutture chiave. Israele conferma di tenere in custodia il direttore dell'ospedale Kamal Adwan, il dottor Hussam Abu Safia. La relatrice speciale delle Nazioni Unite, Francesca Albanese, ha invitato "i professionisti medici di tutto il mondo" a sospendere i legami con Israele in un atto di solidarietà con i loro oltre mille colleghi uccisi a Gaza.
Aumentano i suicidi tra i militari israeliani, 38 casi dal 7 ottobre 2023
Aumentano i suicidi nell'esercito di Israele: lo rivelano dati diffusi in settimana dalle forze armate di Tel Aviv, secondo i quali a togliersi la vita dopo il 7 ottobre 2023 sono stati ben 38 militari.
Il quotidiano Times of Israel riferisce di "un forte incremento" rispetto agli anni passati. Il fenomeno è collegato dal giornale alla mobilitazione "di massa" dei riservisti. Secondo i dati, nel 2022 a togliersi la vita erano stati 14 militari. Undici i casi accertati nel 2021. La stima relativa al periodo successivo al 7 ottobre 2023 risulta la più alta da 13 anni.