Povera Du Barry, tra il grande pubblico italico (e non solo) è conosciuta soprattutto come cattivissima antagonista nell’anime Lady Oscar (dal manga di Riyoko Ikeda). In verità non era così. Giovane e splendida – era soprannominata L’Ange – Jeanne Bécu era partita dai bassifondi e grazie alle sue prodezze erotiche aveva conquistato il re di Francia, del quale era diventata l’ultima Maîtresse-en-titre. Al di là della leggenda, Madame du Barry era donna di buon cuore, con un innato buon gusto. Morto Luigi XV, si ritirò nel suo castello, circondata dal lusso.
E fu proprio l'amore per le cose belle a tradirla. Scoppiata la Rivoluzione, in pieno Terrore, rientrò in Francia dall’esilio inglese per salvare i suoi beni (i famosi gioielli, in particolare). Ingenuamente pensava che le sue origini umili l'avrebbero protetta. Quando, l'8 dicembre 1793, fu trascinata sul patibolo, perse ogni contegno. Al contrario dei molti condannati aristocratici, che andavano a morire senza un fiato, lei pianse, gridò, implorò pietà: “Ancora un momento, signor boia, la scongiuro!”. Suppliche che spinsero il carnefice ad affrettare l'esecuzione, perché il pubblico si stava commuovendo...